Una festa magnifica quella di ieri, a Lavello, con la prima sagra dedicata al raviolo di ricotta dolce.
“Ù Cauzuncìdde dè Lavidd” è esplosa nell’intera Piazza Plebiscito, invadendo di colori, profumi, gusto e divertimento i tantissimi visitatori che vi si sono recati.
A rendere possibile tutto ciò, con il supporto del Comune di Lavello, l’appena nata Associazione Labellum, composta e fondata da Savino di Noia, Food & Beverage Manager del rinomato ristorante lavellese Antica Cantina Forentum, e Donato Boccone.
I ravioli dolci di Lavello, protagonisti assoluti della serata, sono stati creati dalle mani sapienti di Maria Lucia Vizzano, madre di Savino e pilastro dell’Antica Cantina Forentum.
Il tipico ripieno di questa pasta fresca, fatto di ricotta, zucchero, cannella e prezzemolo, si è sposato alla perfezione con i condimenti messi a disposizione del pubblico: pomodoro biologico e, a scelta, pecorino, cacio ricotta e peperoncino.
Solo ingredienti di prima qualità, dunque, comprese le farine senza glifosato prodotte dal fornitore di fiducia, Peppino Montanarella.
La sagra del raviolo lavellese, tuttavia, non si è incentrata soltanto sulle specialità culinarie: tanti gli intrattenimenti previsti, tra canto, ballo e recitazione.
Il cibo è anche cultura e, a tal proposito, illuminante è stato il convegno, tenutosi presso il Palazzo di Città, incentrato:
- sulla valorizzazione dei grani locali, la cui qualità dovrebbe essere riconosciuta a livello economico e a livello territoriale;
- sull’origine del raviolo.
Tanti gli ospiti presenti;
- Savino di Noia;
- Donato Boccone;
- Oscar Pennacchi, presidente del Forum delle politiche giovanili;
- Peppino Montanarella, produttore di farine senza glifosato e DON (micotossina recata da alcuni funghi nelle coltivazioni, ma che nel sud Italia non trova possibilità di sviluppo);
- Sabino Altobello, Sindaco di Lavello;
- Franco Finiguerra, Vicesindaco di Lavello;
- Paride Leone, presidente di Slow Food Basilicata.
Il Primo Cittadino, riferendosi alla sagra e al lavoro del produttore Montanarella inerente alla promozione della qualità e della natura assolutamente pulita dei grani locali, ha affermato:
“Questa iniziativa è una piccola, grande scommessa che dobbiamo vincere tutti.
Io sono molto felice di tutto questo e sono disposto a collaborare”.
“Buono, Giusto e pulito”: queste le parole con cui il presidente Leone ha esordito per descrivere la filosofia di Slow Food, portavoce di valori in linea con le piccole produzioni locali.
Affascinante è stato il suo excursus storico sulla grandezza della Lucania come culla della tradizione culinaria italiana, con il quale ha introdotto il discorso sul raviolo dolce.
Esso avrebbe origine, come accoppiata di pasta e ricotta, nella Bagdad del 1200; dalla Cina ha preso l’aggiunta della cannella e solo dal 1540 i pomodori per il condimento.
Una prelibatezza diffusasi prima sulle tavole più povere per necessità, poi in tutte le case, per il solo piacere di addentarne un pezzo.
La prosecuzione dell’evento ha avuto risvolti davvero positivi.
Il Pescarello, con le sue antiche bellezze e suggestioni, si è riempito di vita grazie al via vai di persone, alla musica dal vivo, alla banda e al buon cibo, legante fondamentale per una serata perfetta.
L’antico borgo ha spalancato le porte ai giovani alle prime esperienze, volenterosi di far conoscere i loro prodotti.
Tra questi, 3 donne molto caparbie: una di Melfi con il tartufo, un’altra di Villa d’Agri con le confetture e, infine, una da Minervino Murge con le sue mandorle sgusciate.
Tuttavia, rinunciare totalmente alle tradizionali prelibatezze locali, oltre ai ravioli, forse sarebbe stato eccessivo.
Per questo non è mancato chi, direttamente da Rapolla, ha trascorso la serata in Piazza per friggere le pettole.
Il programma ha incluso anche:
- l’apertura e la visita al Museo Civico di Lavello Forentum Ritrovato e al Museo della Civiltà Contadina;
- una gara di ballo popolare di coppia in Piazza;
- l’esibizione dei gruppi musicali lavellesi “L‘Eco dei Briganti” e “I F’st’nidd”;
- la musica anni ’70-’80-’90 di Dj Raf Boccone.
Presenti anche: il gruppo scout afferente alla Parrocchia di Sant’Antonio e il giovanissimo Antonio Pippa, organettista venosino di soli 9 anni.
Tutto questo, raccolto in un’atmosfera suggestiva e reso accessibile da un servizio navetta gratuito.
Un’evento esplosivo e di successo, ricco di sorprese e novità, sicuramente destinato a diventare un appuntamento fisso del calendario lavellese.
Complimenti a Donato e Savino per aver intrapreso un’avventura che spalancherà gli occhi al mondo sulla ricchezza dell’aria nord della Basilicata.
Di seguito le foto della serata.