Ieri, 31 Ottobre 2018, una delegazione Usb è stata convocata al Ministero del lavoro per discutere sulla situazione dell’auto.
Questi gli esiti dell’incontro secondo una dichiarazione Usb:
“Va ricordato che Fca ha attinto per oltre un secolo dalle casse dello stato centinaia di milioni di euro, senza mai darne conto e affrontando i momenti di flessione chiudendo stabilimenti, licenziando lavoratori e prendendo a piene mani dagli ammortizzatori sociali.
Usb ha subito denunciato l’assoluto immobilismo di Fca, che va ricordato essere il motore trainante del mercato automobilistico italiano.
Sono passati 4 mesi dalla presentazione del piano industriale Fca e fino ad oggi nessun nuovo modello è stato lanciato, la proprietà intanto ha venduto un pezzo industriale importante, la Magneti Marelli, il sospetto di un abbandono, neanche tanto lento, della produzione nel nostro Paese è sempre più forte.
Usb ha chiesto che al prossimo appuntamento siano presenti le aziende coinvolte dalla crisi, ad iniziare proprio da Fca.
Usb ha denunciato la mancanza di investimenti di settore rispetto ad altre realtà produttive, che da anni occupano una fetta importante di mercato con ibrido e elettrico, ritiene importante che anche le aziende italiane intervengano in questo importante processo di trasformazione, garantendo però innanzitutto gli attuali livelli occupazionali .
Nel suo intervento la delegazione Usb ha inoltre denunciato lo sfruttamento a cui i lavoratori del gruppo FCA sono sottoposti da anni, (carichi e ritmi di lavoro pesantissimi , pause tagliate e conseguenti rischi per la salute e la sicurezza) che diventa ancor più inaccettabile difronte al continuo utilizzo degli ammortizzatori sociali, con tagli pesanti ai salari.
La risposta del ministero è stata innanzitutto accogliere la richiesta di USB di convocare periodicamente le parti e a monitorare costantemente la situazione.
Usb continuerà ad essere voce critica in un contesto dove l’ottimismo sempre più ingiustificato sembra farla da padrone.
Nei prossimi giorni riporteremo la discussione avvenuta al ministero in tutte le fabbriche in cui siamo presenti, e raccoglieremo ulteriori denunce di lavoratori da portare al prossimo appuntamento”.
Cosa accadrà alla sede di San Nicola di Melfi?
Anche voi vi accodate alle preoccupazioni del sindacato?