Lo scorso 15 Novembre è stato presentato il programma per la celebrazione del centenario dal governo Nitti, in una sala convegnistica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la partecipazione di:
- Giuliano Amato, presidente del Comitato per le Celebrazioni (che, come Nitti, è stato ministro del Tesoro, ministro dell’Interno e presidente del Consiglio);
- Paolo Savona, ministro per le politiche europee (in rappresentanza del Governo);
- Aurelia Sole, rettrice dell’Università della Basilicata;
- Gaetano Manfredi, rettore dell’Università Federico II° di Napoli (e presidente della Conferenza dei rettori italiani);
- Flavia Franconi, vicepresidente della Regione Basilicata;
- Livio Valvano, Sindaco di Melfi.
Tutto comincerà il prossimo 23 Giugno, a Roma (presso la Camera dei Deputati).
Tantissimi eventi, convegni, pubblicazioni e attività formative serviranno a rinsaldare la memoria di una personalità di grande spessore e di un traumatico periodo della storia del Paese.
Tra Roma, Melfi, Milano e Parigi si snoderà un percorso storico che attraverserà vari momenti cruciali della vita dello statista lucano.
“Francesco Saverio Nitti. L’ottimismo dell’agire” è il titolo del docufilm realizzato da Rai Storia (di Simona Fasulo, regia di Nicoletta Nesler e montaggio di Claudio Busato) andato in onda ieri, Venerdì 16 Novembre, alle ore 21:15 (in replica su Rai Storia anche domani alle 17:50).
Il suo temperamento irrequieto, il suo meridionalismo, il suo rapporto con Fortunato, la sua opposizione al fascismo, le sue opere per la nostra nazione: tutto questo è stato raccontato da importanti storici e documenti video molto interessanti, contenenti anche testimonianze del paesaggio del Mezzogiorno all’epoca di una società prettamente povera e contadina.
Ma chi era Nitti?
Nacque il 19 Luglio del lontano 1868, esattamente 150 anni fa, a Melfi.
Suo padre, Vincenzo, fu volontario garibaldino, milite della Guardia Nazionale, membro della Giovine Italia e della Falange Sacra di Giuseppe Mazzini; il nonno paterno, Francesco Saverio, cadde i colpi del brigante Carmine Crocco durante l’assedio di Venosa, il 10 Aprile 1861.
Queste le tappe più importanti della sua vita.
Durante il periodo universitario, l’incontro con il meridionalista rionerese, Giustino Fortunato, fu decisivo per le idee che Nitti porterà con sé nella successiva esperienza politica.
Giornalista presso numerosi quotidiani, dopo la laurea in giurisprudenza ottenne la cattedra di scienza delle finanze e diritto finanziario presso l’Università di Napoli.
Mai occasione fu più matura per intraprendere la sua proficua “attività meridonalista“, attraverso un profondo studio del Mezzogiorno, supportato da altrettanto impegno pratico.
In questa sua fase, non risparmiò critiche nei confronti delle tante concessioni in materia economica fatte al Nord Italia a discapito del Sud; si opponeva a quella disparità che, col tempo, acuendosi, avrebbe generato profonde incomprensioni sociali.
Non mancarono neanche le critiche alla disonestà e all’ipocrisia della politica meridionale, la stessa in cui esordì nel 1904, con l’elezione a deputato nel collegio di Muro Lucano.
Nel 1911, il primo ministro Giolitti lo volle Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio.
Durante il suo mandato, promosse iniziative come la costituzione della futura INA Assitalia, lo sviluppo industriale di Bagnoli e della Basilicata, la costruzione della diga e del Ponte del Pianello di Muro Lucano o dell’Istituto Zootecnico a Bella.
Divenne Ministro del Tesoro nel 1917, sotto il governo Orlando, e seguì da vicino la situazione economica italiana durante e dopo la Prima Guerra Mondiale.
Nel 1919-1920 vestì i panni di Presidente del Consiglio e attuò diverse politiche internazionali, come la ridefinizione dei confini.
Il governo Nitti si trovò davanti a questioni molto delicate, come la crisi economica postbellica e l’occupazione di Fiume da parte di Gabriele D’Annunzio (tra i due non scorreva buon sangue).
Nel 1922 Benito Mussolini gli offrì un’alleanza al governo: Nitti in un primo momento fu interessato, ma presto si rese conto del pericolo fascista, per questo in Parlamento non accordò la fiducia al nuovo governo abbandonando l’aula per protesta.
Dopo di che si ritirò nella sua villa ad Acquafredda di Maratea, dove si avvicinò ad idee di stampo europeista.
Tuttavia, i fascisti non dimenticarono il suo affronto e, a seguito di minacce e intimidazioni, lo indussero all’esilio a Parigi.
Nell’agosto 1943 venne arrestato dalla Gestapo a Tolosa e deportato in Austria.
Tornò libero nel Maggio 1945, grazie all’arrivo delle truppe francesi.
Conclusa la terribile esperienza della seconda guerra mondiale, ritornò in Italia e si riaffacciò alla scena politica, nonostante i problemi di salute.
Fu membro dell’Assemblea Costituente ed anche sul punto di ottenere l’incarico di formare un nuovo governo; tuttavia le resistenze interne si mostrarono tali da farlo demordere.
Nitti morì a Roma il 20 Febbraio 1953 per una congestione polmonare, nella sua casa in pieno centro storico.
Non solo un patrimonio storico-letterario inestimabile, dunque, ma anche ideali di giustizia e democrazia: questo ha lasciato Francesco Saverio Nitti alle generazioni future.
Di seguito alcune foto del docufilm a lui dedicato.