L’assessore regionale ad Ambiente ed Energia, Francesco Pietrantuono, qualche giorno fa ha annunciato una novità che potrebbe avere ripercussioni a livello internazionale sul territorio del Vulture-Melfese:
“Ho l’immenso piacere di comunicarvi che il 23 Ottobre 2018 è stato approvato un importantissimo Protocollo d’intesa per la candidatura del Monte Vulture al programma UNESCO ‘l’uomo e la biosfera’.
Si tratta di un Programma intergovernativo per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.
L’eventuale riconoscimento UNESCO è uno strumento straordinario che potrà dare maggiore prestigio e visibilità su scala nazionale e internazionale al sito, con significativi benefici.
Il Monte Vulture è una Zona Speciale di Conservazione (ZSC) ai sensi della Direttiva Habitat della Commissione Europea e, pertanto, riconosciuto come zona di importanza comunitaria in cui sono state applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino degli habitat naturali e delle popolazioni delle specie per cui il sito è stato designato dalla Commissione Europea.
Grazie al lavoro svolto in questi anni, la ZSC Monte Vulture ora fa parte del Parco Naturale Regionale del Vulture.
Ti invito, pertanto, alla presentazione dell’iniziativa che si terrà Sabato 24 Novembre 2018, alle ore 17:00, in cui presenteremo, presso il Centro Sociale di Rionero, il Protocollo per la candidatura al programma UNESCO del ‘Monte Vulture’.
Si tratta di un traguardo che potrà essere raggiunto con il contributo e la collaborazione delle amministrazioni locali, il mondo dell’associazionismo, il sistema produttivo locale e, quindi, della comunità del Parco del Vulture.
Questa è la prova oggettiva che collaborando tutti insieme non si può far altro che andare avanti!”.
L’incontro di Rionero è stato presentato come un laboratorio, il cui intento è quello di mettere in piedi un fornito gruppo di volontari che collaborino insieme e rendano reale il sogno di sfoggiare un patrimonio locale rinnovato e valorizzato.
Tra i presenti:
- i consiglieri regionali Aurelio Pace e Francesco Mollica;
- alcuni Sindaci della zona.
Il primo intervento programmato è stato quello del presidente del club UNESCO del Vulture (club che collabora con l’ente parco), Franco Perillo, il quale ha approfondito i vari aspetti del progetto, elencando gli importanti impatti che lo stesso avrebbe su tutto il territorio in termini di prestigio e sviluppo socio-economico.
Poi la parola è passata al Sindaco Rionero, Luigi Di Toro, il quale ha dichiarato:
“Il parco non è un carrozzone politico.
A dimostrazione di ciò, il lavoro che il commissario Ricciardi sta svolgendo gratuitamente”;
per poi assicurare:
“Un unico ente gestore delle varie competenze, quello del parco, è il solo mezzo che potrebbe riuscire a debellare le problematiche di Monticchio.
Ovviamente nulla sarà fatto nel giro di poco, sicuramente servirà tempo per risolvere problemi atavici lunghi 50 anni, ma io sono già molto soddisfatto per il grande lavoro che si sta svolgendo”;
senza dimenticare che:
“La candidatura ha un valore simbolico: infondere la consapevolezza che il parco è un patrimonio da salvaguardare”.
Il prof. Renato Spicciarelli, docente dell’Università degli Studi della Basilicata ha, subito dopo, relazionato in merito alla diversità biologica eccezionale rappresentata dal Vulture nel contesto mondiale e, pertanto, potenzialmente valida all’inserimento tra le riserve della biosfera facenti capo al patrimonio UNESCO.
Spicciarelli ha parlato del dossier di candidatura da inviare a Parigi dopo che avrà passato il vaglio del Ministero dell’Ambiente, in coda ad un iter complicato che parte a livello comunale e che raggiungerà il segretariato dell’UNESCO solo dopo aver scalato il gradino regionale e quello nazionale:
“Serve una grande spinta dai consigli comunali.
Monticchio è assolutamente ammissibile al programma MaB che pare essere stato scritto per il nostro Monte, già, tra l’altro, considerato patrimonio incommensurabile per la scienza.
Gli studiosi vengono qui a fare ricerca da circa 150 anni, da quando è stata scoperta la sua natura vulcanica e il suo circondario ricco di specie preziosissime”.
Il professore ha inoltre illustrato, attraverso il supporto tecnologico, le relazioni scientifiche formulate nel corso di tutti questi anni sul territorio dei laghi, la cui componente culturale, rappresentata senza dubbio dalla bianca Badia di 500 anni, è essenziale, tanto quanto il patrimonio animale e vegetale che può vantare:
“10 habitat riconosciuti a livello europeo, tutti concentrati in un piccolo frammento di terra”.
Splendide immagini hanno riportato agli occhi della memoria il glorioso passato degli specchi d’acqua, calamita per turisti di ogni nazionalità sin dal 1500.
“A Monticchio c’è il libro del mondo” ha concluso il professore:
“Il nostro solo obiettivo deve essere quello di servire il Vulture, offrire nuove prospettive compatibili, smettere di essere bruchi e diventare farfalle”.
Pietrantuono ha parlato a fine incontro, aggiungendo:
“Noi oggi chiediamo un passo concreto con la costruzione di un comitato.
Quando vedo la cartolina della vecchia funivia, quello che mi stupisce non è la bellezza dell’opera in sé, ma di come quell’innovazione possa essere scomparsa senza una reazione forte.
Questo significa che le operazioni cadute dall’alto non portano sviluppo nel territorio.
Oggi vogliamo mettere questo soggetto, il Parco, a governare il cambiamento.
Cosa che, tuttavia, già sta facendo, con azioni non visibili, ma che costano grande fatica e che mettono le mani anche in operazioni di riordino della legalità.
A Monticchio abbiamo tutti gli elementi per raggiungere l’obiettivo finale, rappresentati dalla biodiversità del territorio alla quale, però, va restituita dignità.
Questi elementi vanno perfezionati e resi meritevoli di riconoscimenti, gli standard devono essere elevati.
L’obiettivo è fare sì un dossier, elencando le ricchezze dell’area, ma serve anche recuperare le misure di conservazione e tutela di quella biodiversità che deve essere portata a regime.
Per vincere, la Regione deve continuare a sistemare Monticchio e raggiungere un target necessario che, in qualche modo, ci auto vincola a fare sempre meglio, attraverso, ad esempio, la forestazione e l’eliminazione dell’abusivismo.
Altro elemento fondamentale è un’infrastrutturazione adeguata, sulla quale lavorare quotidianamente.
Pensiamo alla funivia, per esempio.
Il Vulture è un attrattore in sé, mentre la funivia va vista come sistema di mobilità alternativa, come parte di un’identità, perché non c’è persona che ricordi Monticchio senza la sua funivia.
Questo comitato rappresenta la necessità di avere un autopropulsione a seguire questa attività di diffusione delle informazioni, di controllo e monitoraggio delle attività.
Il Comitato deve diventare un’associazione permanente e stimolare la Regione a mantenere in piedi il piano di riordino che deve interessare Monticchio.
Il Parco del Vulture ha un commissario che porta il nome di Franco Ricciardi.
È un commissario che non prende indennità, che non appartiene alla categoria politica e che, in questa fase, può offrire il giusto contributo per tenere la regia di questo Comitato, affinché diventi un’associazione lontana da interessi di vario genere”.
Cosa ne pensate?
Di seguito alcune foto del convegno.