“R veij d ru gran” (“Le vie del grano”), una manifestazione diventata di grande pregio culturale e turistico, che si è tenuta Sabato 1 e Domenica 2 Dicembre (edizione invernale) nella splendida cornice di Piazza Plebiscito del Comune di Lavello, offrendo ai visitatori un itinerario completo del centro storico, alla scoperta dei sapori tipici, dei suoni e delle danze tradizionali, del divertimento e del patrimonio monumentale e museale presente.
Anche quest’anno, con Decreto Regionale. n.657/2018, è stato ammesso a finanziamento, a valere sul Patto per lo Sviluppo della Basilicata, il Progetto comunale “R veij d ru gran” (“Le vie del grano”), ricompreso nell’Elenco dei beni rappresentativi del Patrimonio Culturale Intangibile della Basilicata.
L’avvenimento, giunto alla Terza Edizione, ha il fine di promuovere e valorizzare uno dei più importanti prodotti tipici della tradizione agricola del territorio, il grano, con l’intero contesto culturale di appartenenza.
L’agro di Lavello è situato tra la Basilicata e la Puglia, nella “Terra di confine”, con la sua tipica conformazione piana.
Lavello è posto su una collina a guardia di questa piana.
Estesa verso la parte pianeggiante, Lavello è oggi una cittadina che è riuscita a coniugare la zona più antica del Pescarello, con quella più moderna, fatta di strade larghe e costruzioni più tipicamente cittadine.
Il paese, nei secoli, è sempre stato crocevia di commerci e di popoli.
Il passaggio di genti di diverse culture e religioni, ha fatto di Lavello un posto economicamente e culturalmente stimolante, in cui ogni usanza ha lasciato un segno visibile sia nei reperti, che nei costumi.
Lavello è stato nei secoli un paese a vocazione prevalentemente agricola e le tipicità locali sono sempre state i cereali, in maniera particolare il grano.
Questa vocazione agricola, oggi, è ancora molto viva, grazie alla conformazione delle terre e alla ricchezza di acque e la produzione del grano resta una importante fonte economica per le famiglie.
Tra la semina che avviene in Ottobre, e la sua raccolta in Giugno, l’agricoltore di Lavello vive il tempo lento della natura, pregando, per l’esito positivo del proprio lavoro, il santo patrono San Mauro (che si festeggia in Novembre e in Maggio).
Nella vita dell’agricoltore lavellese c’è l’attaccamento alla terra, ai riti legati alla semina e al raccolto, alla socializzazione e al divertimento del Carnevale (momento di pausa dal duro lavoro agricolo), alle tipicità culinarie come il grano dei morti, ai costumi, alla musica e alle filastrocche propiziatorie.
Tornando alla manifestazione, organizzata dal Comune di Lavello, essa ha visto la collaborazione delle associazioni locali aventi nei propri Statuti finalità di promozione delle tradizioni del nostro territorio, come la Pro Loco ed il gruppo Folk “I F’ST’NIDD”, che già nella scorsa edizione hanno dato prova di affidabilità e competenza, oltre che della neo costituita associazione “Labellum”, che recentemente ha organizzato, con successo, “la sagra del calzoncello”.
Mentre per la parte scientifica e tecnica importante è stato l’intervento dell’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Solimene” (diretto dalla dirigente Scolastica Prof.ssa Anna Dell’Aquila) mediante l’organizzazione di un convegno e la stampa di un libretto in cui sono stati raccolti i dati dell’esperienza didattica sperimentata dalla scuola su alcune varietà di frumento.
Ad aprire l’evento invernale “R veij d ru gran” è stato proprio il glorioso Istituto Tecnico Agrario (istituito nel 1959) con il seminario scientifico dal titolo “La ricerca e sperimentazione in agricoltura: un futuro possibile per la nostra terra”, tenutosi alle 16:30, presso la Sala comunale del Palazzo di Citta.
Protagonisti principali, i docenti dell’ITT, il Prof. Donato Mancone, (Direttore dell’ITT e docente di Chimica e Tecnologia delle trasformazione dei prodotti), il Prof. Luigi Caprioli (docente di Agronomia) e il Prof. Alberto Figliuzzi (docente di Agronomia), i quali hanno relazionato sulle attività di sperimentazione e ricerca su diverse varietà di cereali da paglia e di leguminose, realizzate nell’ambito delle attività didattiche dell’alternanza scuola-lavoro nell’azienda agraria dell’istituto tecnico Agrario, in località Isca – San Mauro e di tutte le attività aziendali previste in futuro.
Ad aprire l’interessante incontro formativo, dopo i saluti istituzionali del sindaco Sabino Altobello e della D.S. Prof.ssa Anna Dell’Aquila, è stato il Prof. Luigi Caprioli che, con l’aiuto degli studenti della classe V^ A dell’Istituto Tecnico Tecnologico, ha illustrato il lavoro di ricerca e d’indagine che costituisce una raccolta di indicazioni per la coltivazione di 40 tipi di cereali, di cui:
- 34 varietà (24 varietà italiane e 10 varietà francesi) di grano duro;
- 2 di grano tenero;
- 4 varietà di orzo.
Il campo sperimentale di 40 particelle di 1 ara (100 mq) ha occupato una superficie coltivabile di 70 are.
Un lavoro che ha visto l’impegno di tutti gli studenti di quinta, partendo dal reperimento dei semi fino alla raccolta.
La maggior parte delle attività sperimentali svolte, rientra nelle azioni didattiche dell’alternanza scuola-lavoro.
Le finalità comprendono l’individuazione delle varietà di cereali e legumi che meglio si adattano all’area Vulture – Melfese, adottando tecniche colturali sostenibili nel tempo.
Interessante anche la relazione del Prof. Alberto Figliuzzi sulla sperimentazionedi 13 varieta di leguminose, su 13 parcelle dell’estensione di un ara ciascuna (4 m x 25 m = 100 m²).
Nel suo intervento il Prof. ha spiegato:
“Una di esse è stata utilizzata per provare in biologico una cultivar pre-base di Trifoglio alessandrino (Trifolium alexandrinum) da seme; le altre dodici sono state adibite alla coltivazione di leguminose da granella: Favino bianco (Vicia faba minor cv. prothabat 69), Favino nero (Vicia faba minor cv.Vesuvio), Pisello proteico (Pisum sativum cv. Navarro), Cece bianco (Cicer arietinum cv. Pascià), da granella sono state coltivate in maniera tradizionale su sei parcelle, mentre sulle altre sei parcelle, contenenti le stesse specie e varietà delle precedenti, sono state applicate tecniche di agricoltura biologica”.
Separatamente, su una superfice di 1.10.00 Ha, in collaborazione con l’associazione Lucanapa, è stata sperimentata la coltivazione in biologico della Cannabis sativa da seme var. Secuieni Jubileu, per valutarne l’adattamento produttivo nella nostra zona.
L’intervento del Prof. Donato Mancone, invece, è centrato sul importante ruolo che l’istituto tecnico agrario che ha rivestito e ricopre nel settore agricolo, affermando che:
“La moderna agricoltura sta cambiando sotto la spinta del mercato globale e dei cambiamenti climatici.
Si rende pertanto necessario sperimentare nuove tecniche produttive e avvicendamenti colturali innovativi che possano integrarsi o alternarsi con le tradizionali coltivazioni”
A chiudere il seminario agrario è stato il dott. Giuseppe Montanarella, che ha discusso sul problematico mercato e commercio del grano e sulle qualità delle farine di cereali.
Come da programma del Sabato, dopo il seminario, nonostante la pioggia, c’è stata l’apertura degli stand e Savino, Food & Beverage Manager del rinomato ristorante lavellese Antica Cantina Forentum, ha preparato due pietanze della cucina povera locale: il pancotto con broccoli e patate; lagane e fagioli.
Laboratori musicali, esposizioni legate all’antico sapere agricolo, spettacoli, danze e tanto altro ancora hanno caratterizzato le due serate, allietate dalla musica folk “I F’ST’NIDD” e, in chiusura, dal comico lucano Dino Paradiso, reduce dal successo di “Made in Sud” e “Colorado”.
Una grande festa, espressione della bellezza lavellese e del forte attaccamento ai preziosi valori della terra.
Di seguito alcune foto del convegno.