Si va verso la soluzione della questione riguardante la problematica “Diga del Rendina” a Lavello.
A dirlo, lo scorso Ottobre la Lega Basilicata, ieri una nota del Comune di Lavello, nella quale si specifica che, dopo 60 giorni dall’incontro tenuto a Roma presso il Ministero delle Infrastrutture, si vedono i primi frutti per il ripristino delle attività di accumulo della risorsa idrica della diga del Rendina, infrastruttura strategica per l’economia dell’area nord della Basilicata.
Il contenuto prosegue:
“È stata approvata, infatti, da parte del Ministero dell’Agricoltura, la rimodulazione del progetto originario, autorizzando lo studio geotecnico attualizzato per verificare tutte le condizioni strutturali dell’impianto, atto, questo, preliminare e fondamentale, richiesto dall’Ufficio Centrale Tecnico Dighe, per la ripresa dei lavori e la piena funzionalità dell’impianto.
Il 18 Ottobre a Roma, su convocazione del Sottosegretario Armando SIRI, erano seduti attorno ad un tavolo tecnico tutti i soggetti che avevano ed hanno responsabilità sui procedimenti che riguardano il destino della diga del Rendina:
- Consorzio di Bonifica;
- Regione Basilicata;
- Regione Puglia;
- Ministero delle Infrastrutture;
- Ministero dell’Agricoltura;
- MIT Ufficio Tecnico Dighe.
All’incontro furono invitati anche i Sindaci dei Comuni dell’Area Nord della Basilicata.
Al termine dell’incontro stesso, furono assunti impegni e fu definito un crono programma che è in fase di avanzata attuazione.
Infatti, in questi giorni il Consorzio di Bonifica, sulla base del finanziamento rimodulato, affiderà i lavori di studio geotecnico per un importo di circa 1.300.000,00 euro le cui conclusioni saranno il presupposto per la ripresa dei lavori che godono già di una copertura finanziaria”.
Il Sindaco Sabino Altobello ha dichiarato:
“Mi sembra una buona notizia che ci fa guardare con prudente ottimismo alla conclusione di una tormentata vicenda.
Tutti gli attori in campo hanno fatto, in questi due mesi, il proprio dovere e desidero segnalarlo come un buon modello di cooperazione istituzionale.
Continueremo ad esercitare un’azione ed una funzione di vigilanza e stimolo, poiché la nostra Città, il nostro territorio e le nostre imprese agricole pagano ancora – purtroppo – un prezzo elevato per la mancanza o per i costi insostenibili, soprattutto in stagioni siccitose, di una risorsa indispensabile come l’acqua”.