Il Comitato Difesa Tribunale di Melfi ha fatto sapere:
“Ieri sabato 22 dicembre si è tenuto a Melfi il Convegno dal titolo ” TRIBUNALE DI MELFI A CINQUE ANNI DALLA CHIUSURA, RIFLESSIONI E PROSPETTIVE” organizzato dalla Associazione Maranta di Venosa col patrocinio del Comune.
Alla luce di quanto stabilito al punto 12 del Contratto di Governo che recita “Occorre una rivisitazione della geografia giudiziaria modificando la riforma del 2012’…” è sembrato opportuno e doveroso riportare alla ribalta il “Caso Melfi”.
Da sempre il Comitato per la difesa del Tribunale di Melfi ha messo in campo ogni azione lecita e legittima contro la soppressione del presidio di giustizia federiciano che è stata, invece, una azione illecita e illegittima, poiché errata e fatta in palese violazione legge.
A ricordarlo, con dovizia di dati e documenti, è stato, ancora una volta, l’avv. Gerardo di Ciommo il quale, oltre ad esporre in maniera chiara e completa quale siano i risultati giuridici di questa scelta politica scellerata, ha fatto il punto su quelle che sono state le conseguenze a livello economico e sociale per il territorio di tutto il Vulture melfese.
L’avv. Di Ciommo ha poi annunciato la nascita della costituenda Associazione 13 settembre, data della chiusura del Tribunale di Melfi, alla quale ha già aderito anche tutta l’Associazione Maranta di Venosa che grazie al suo presidente avv. Donato Bellasalma è da sempre in prima linea.
Particolarmente accorati sono stati poi gli interventi durante il dibattito.
Sono intervenuti infatti il Consigliere regionale regionale Aurelio Pace, autore dell’emendamento in bilancio che garantirebbe, in caso di riapertura del Tribunale una copertura finanziaria necessaria per le spese, l’On. Nicola Pagliuca che si è detto disponibile a sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica e il dott. Lorenzo Pagliuca, presidente di Confindustria lucano, che ha sottolineato i risultati della soppressione in termini di impatto economico per il territorio.
Particolarmente apprezzabile e apprezzato è stato l’intervento del dott. Vincenzo Sciascia, già magistrato del Tribunale di Melfi, ora magistrato in Trani, che ha analizzato la vicenda facendo il punto e illustrando possibili soluzioni in termini pratici e giuridici.
La soppressione del presidio di giustizia melfitano infatti travalica ogni questione di campanile, ma è ancora più grave se si pensa che il tribunale di Melfi è stato soppresso, al posto di quello di Lagonegro, per salvare il quale è stato necessario accorparvi il tribunale di Sala Consilina, di altra regione (caso unico in Italia) per essere accorpato al Tribunale di Potenza penultimo in classifica tra i tribunali italiani.
Potenza infatti vanta il primato del 106° posto su 107, dati Sole Ventiquattrore, con dati che, agli addetti ai lavori appaiono anacronistici, visto che a Potenza, per fare un esempio, nelle sezioni civili, ormai si celebrano solo cause “vetuste” ovvero cause pendenti da oltre dieci anni con buona pace dei diritti dei cittadini.
Tale situazione non è più sostenibile.
Pertanto è giunto il momento di reiterare la legittima istanza di una rivisitazione del caso Melfi e portare la questione sui tavoli istituzionali tanto più che, ora più che mai, dato il punto del Patto di Governo, si sta aprendo la speranza per più di un territorio.
Non vorremmo che, anche questa volta, Melfi rimanga indietro.
Gli avvocati di tutto il Vulture melfese, dal canto loro, hanno sempre fatto la propria parte, adesso tocca alla politica e ai cittadini del territorio”.