Piovono commenti negativi sul film girato a Venosa e nel Vulture “Wine to Love”, vincitore di ascolti ieri sera su Raiuno.
Ecco alcuni dei commenti estrapolati dal web:
“Scenari troppo elevati e di grande bellezza per una trama da quattro soldi”;
“Boom di ascolti e boom di delusioni”;
“Film umiliante per l’uomo lucano”, descritto, secondo il parere di molti, come un “troglodita” o “un uomo della preistoria catapultato ai giorni d’oggi”.
Una commedia romantica, in cui le storie familiari e sentimentali si intrecciano nell’incantevole scenario lucano del Vulture (principalmente a Venosa), con l’intenzione di raccontare la comunità di questa terra, la sua storia, le sue masserie, i suoi vigneti.
La maggior parte dei telespettatori locali, tuttavia, ci ha visto soltanto una rappresentazione martoriata e trascurata di un Vulture che ha spiccato di per sé, per il suo naturale fascino, senza il supporto di un progetto, in realtà valutato dai più come “inutile”.
“Del Vulture non si è ritrovato nulla” affermerebbe il più comune spettatore.
Ma c’è chi ci è andato giù pesante, sottolineando presunti errori nell’esposizione di tematiche inerenti allo studio della vite:
“non rappresenta per nulla il migliore panorama enologico della nostra regione.
Le epoche di vendemmia totalmente sbagliate, l’approccio del proprietario del vigneto ad esse e alle scelte agronomiche è quasi ancestrale, molto lontano dalla realtà, fatta di tecnici che sanno leggere la scienza e non si affidano a Sant’Antonio.
Poi non si è mai parlato di Aglianico del Vulture, ma sempre e solo di Aglianico, con grande generalità”.
Molti attaccano anche la poca credibilità di alcune scene, come quella in cui “Ornella Muti vendemmia con camicia di seta” macchiandola a malapena.
Poi, però, uno su mille, con tono non troppo accondiscendente, ma comunque senza disprezzo, afferma: “sono contento che il film sia piaciuto”.
Voi da che parte state?