Lavoro domestico, un tema che riguarda moltissime famiglie lucane.
A tal proposito, DOMINA (Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico, firmataria del CCNL sulla disciplina del lavoro domestico) sta conducendo, in collaborazione con la Fondazione Leone Moressa, un progetto di ricerca dal titolo “Il valore del lavoro domestico”, con l’obiettivo di mettere in evidenza il ruolo del lavoro domestico in Italia, dal punto di vista delle famiglie italiane, sottolineandone l’impatto sociale e quantificando il valore economico generato.
In questo report, in particolare, vengono analizzati i dati raccolti in questi anni, aggiornati al 2018, relativi a Colf e Badanti distribuiti per ogni Regione.
A partire da questi dati è possibile tracciare un identikit del lavoro domestico in termini quantitativi e qualitativi e osservarne le dinamiche.
È inoltre possibile analizzare la spesa delle famiglie, che contribuiscono autonomamente al sistema di welfare con 7 miliardi di euro annui, nonché il prodotto interno lordo sul territorio e a livello nazionale pari al 1,3%.
Di seguito i dati sulla Basilicata:
“Secondo i dati INPS, a fine 2017 i lavoratori domestici regolarmente assunti dalle famiglie in Basilicata sono 3.481, con una quasi equo – distribuzione tra badanti e colf.
In realtà queste due tipologie di lavoratori seguono due trend differenti; negli ultimi anni le colf hanno registrato un calo significativo, mentre le badanti continuano ad aumentare.
Le donne sono la quasi totalità (92,8%).
Per quanto riguarda la nazionalità, gli stranieri rappresentano solo il 59% del totale, la componente più significativa è quella dell’Est Europa (51% del totale), subito seguita da quella italiana (41%).
A livello locale, Potenza registra una maggior presenza sia di colf (74%), che di badanti (74%).
Mediamente nella regione si registrano 3 colf ogni mille abitanti e 4 badanti ogni 100 anziani con almeno 80 anni.
Complessivamente, nel 2017 le famiglie in Basilicata hanno speso 20 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, TFR).
Ciò significa che, mediamente, ogni lavoratore domestico ha percepito circa 4.651 euro annui, evidentemente variabili di molto a seconda delle ore lavorate e del tipo di servizio.
L’età media del lavoratore domestico è 48 anni e nella maggioranza dei casi è assunto da meno di un anno (66%).
Se i dati INPS consentono un’analisi quantitativa del fenomeno, i dati DOMINA offrono dettagli interessanti, come l’età media del datore di lavoro (76 anni) e la lieve prevalenza maschile (51%).
La mansione più frequente per il lavoratore domestico è quella di assistente a persone autosufficienti (23%).
Uno su cinque lavora come collaboratore generico, solo l’11% si occupa di assistenza a non autosufficienti.
Infine, osservando gli scenari demografici Istat, possiamo ipotizzare che nel 2050 aumenterà significativamente il fabbisogno di lavoratori domestici: rispetto al 2017, infatti, gli anziani (over 80) aumenteranno di 72 mila unità e i bambini (0 – 14 anni) diminuiranno di 24 mila, rappresentando rispettivamente il 15,2% e il 9,3% della popolazione”.
Di seguito due tabelle.