Ha preso le mosse ieri pomeriggio a Melfi, al Centro culturale Nitti, accanto alla casa natale di Francesco Saverio Nitti, un ciclo di convegni, incontri, studi e pubblicazioni profilato dal Comitato per le celebrazioni del centenario del governo Nitti (1919-1920), presieduto da Giuliano Amato e promosso dalla Fondazione intitolata allo statista lucano che poco tempo dopo la fine del suo governo finì in esilio in Francia per ben oltre i vent’anni del governo autoritario del fascismo in Italia.
Dopo il saluto del sindaco della città, Livio Valvano, sono intervenuti, introdotti dal presidente della Fondazione Nitti Stefano Rolando:
- Fulvio Cammarano, presidente della Società per gli studi della storia contemporanea in Italia (Sissco);
- Giampaolo D’Andrea, già parlamentare della Basilicata e sottosegretario di Stato, professore di storia e attuale assessore alla cultura a Matera;
- due giovani studiosi dell’Università della Basilicata, Donato Verrastro e Elena Vigilante.
Nel corso del pomeriggio: 500 collegamenti durante lo streaming in rete, un’appassionata ricostruzione del rapporto tra Nitti, la Basilicata e il Mezzogiorno e la proiezione del docufilm di Rai Storia “Nitti, l’ottimismo dell’agire”.
Ha detto Giampaolo D’Andrea:
“Nitti fu un pragmatico progressista, capace di modernizzare la cultura liberale e di dialogare con le culture socialista e cattolica, non in astratto ma attorno a scelte concrete, risultando alla fine un politico che riconosceva i conflitti e raccontava la verità”.
Ha detto il prof. Fulvio Cammarano, riassumendo il pensiero dei relatori:
“I caratteri della tenacia, della perseveranza, del disegno di sviluppo del futuro dell’Italia si formeranno in Nitti nel radicamento nella sua terra.
Se Nitti non fosse stato fermato dal fascismo, la storia oggi parlerebbe degli anni venti e trenta come dell’età nittiana, così come ha parlato dell’età giolittiana per gli anni precedenti, per tutto ciò che di moderno e di innovativo era stato seminato nella pur breve esperienza del suo governo”.
Con la sala piena fino alla fine si è conclusa questa prima immersione nella grande storia d’Italia e del nostro territorio.
Di seguito due foto dell’incontro.