Oggi ricorre un importantissimo appuntamento.
Oggi è il Mercoledì delle Ceneri, giorno che segna l’inizio della Quaresima, periodo che precede la Pasqua.
Nel rito romano, durante le “ceneri” il celebrante sparge della cenere benedetta (ricavata bruciando i rami d’ulivo benedetti nella Domenica delle palme dell’anno precedente) sul capo o sulla fronte dei fedeli per ricordare loro la fragilità della vita terrena e per spronarli all’impegno penitenziale della Quaresima.
Mentre impone le ceneri ai fedeli, il celebrante pronuncia una formula di ammonimento.
Nel Mercoledì delle Ceneri è previsto il digiuno e l’astinenza dalle carni, astensione che la Chiesa richiede anche per tutti i Venerdì dell’anno ma che, negli ultimi decenni, è stata ridotta ai soli Venerdì di Quaresima.
L’altro giorno di digiuno e astinenza è rappresentato dal Venerdì Santo.
“Famiglia Cristiana.it” ci illumina sulla celebrazione:
“La celebrazione delle Ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo.
Dal punto di vista liturgico, le ceneri possono essere imposte in tutte le celebrazioni eucaristiche del Mercoledì ma, avvertono i liturgisti, è opportuno indicare una celebrazione comunitaria ‘privilegiata’ nella quale sia posta ancor più in evidenza la dimensione ecclesiale del cammino di conversione che si sta iniziando.
Il digiuno è importante per tutte le religioni: i musulmani celebrano il mese di Ramadan, gli ebrei il kippur e i cristiani la Quaresima”.
Poi aggiunge:
“La teologia biblica rivela un duplice significato dell’uso delle ceneri:
- Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell’uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: ‘Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…’ (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: ‘Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere’ (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell’uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).
- Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: ‘I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere’ (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: ‘Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore”.