Proprio come lo scorso anno “Pinuccio“, il noto inviato di Striscia la Notizia (il programma in onda ogni sera su Canale 5 a partire dalle ore 20:40) è tornato a in provincia di Potenza per occuparsi dell’ormai noto caso del Centro Oli di Viggiano e non solo.
Come fa sapere Striscia:
“Importanti aggiornamenti sull’inchiesta di Pinuccio sul COVA (Centro Olio Val d’Agri) di Viggiano.
Dal 2017 il Tg satirico di Antonio Ricci denuncia e documenta le perdite di petrolio in Val d’Agri e la conseguente contaminazione dell’invaso del lago del Pertusillo.
Ieri è stato arrestato un dirigente Eni e sono stati rinviati a giudizio altri dirigenti Eni e tecnici della Regione Basilicata e la stessa Eni: la procura di Potenza ipotizza i reati di disastro, disastro ambientale, abuso d’ufficio, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale.
Il tenente Giuseppe Di Bello, che indagò sul caso, dice ai microfoni di Pinuccio:
«Ringrazio Striscia la notizia perché tutto ciò che è emerso due anni fa dai servizi di Striscia è oggi presente nel provvedimento della procura»”.
Infatti, nel servizio andato in onda ieri sera, Pinuccio ha così introdotto l’argomento dalla Diga del Pertusillo:
“Carissimi amici siamo in Basilicata e alle mie spalle la Diga del Pertusillo.
Per anni ci siamo occupati di un incidente al cova di Viggiano dove, alcune cisterne, hanno perso del petrolio.
Siamo partiti proprio dal Pertusillo perché abbiamo notato delle macchie.
Ci sono state fornite delle analisi e abbiamo cominciato a studiare il Centro Eni di Viggiano, che raccoglie tutto il petrolio estratto in Basilicata.
Ad un certo punto le cisterne avevano dei buchi e il petrolio è finito nelle falde.
Ebbene, ci sono delle novità.
Dopo due anni dai nostri servizi, la Procura di Potenza ha concluso delle indagini.
Ha arrestato un dirigente Eni e ha rinviato a giudizio altri dirigenti Eni e tecnici della Regione Basilicata perché pare che ci sia un disastro ambientale”.
Pinuccio ha poi intervistato l’ambientalista Giuseppe Di Bello il quale ha affermato:
“Le carte dicono innanzitutto che viene contestato il disastro ambientale, perché si sono mossi male rispetto alla contaminazione che noi raccontavamo già nel 2017 della falda e che arrivava fino al fiume.
Tant’è che scrivono che è a rischio l’invaso del Pertusillo.
Cosa che si sospettava già.
Io veramente mi sento di dover ringraziare Pinuccio, Striscia la Notizia e tutto lo staff perché è stata fatta una cosa grandiosa.
Tutto ciò che è stato dichiarato 2 anni fa si trova tutto quanto in questo provvedimento che io vi lascio.
Infatti noi parliamo di 68700 tonnellate solo in un anno fino al febbraio 2018 che è stato emunto dalla falda e portato come rifiuto pericoloso allo smaltimento.
Purtroppo c’è pure quello che è rimasto, arrivato fin dentro il Pertusillo, tant’è che noi analizziamo le acque del Pertusillo, e troviamo 900 microgrammi, oltre la soglia limite (50 microgrammi).
Già quella avrebbe dovuto far alzare il campanello d’allarme”.
Ha precisato Pinuccio:
“Vi abbiamo testimoniato per mesi con immagini l’estrazione del petrolio dalle falde acquifere con autopompe nonostante l’Eni ci diceva che il controllo dei serbatoi era millimetrico.
E anche oggi abbiamo visto dei camion con dei tubi Sabino, che stanno a fare là?
Ci siamo occupati anche di un ex responsabile del centro Oli di Viggiano che, a un certo punto, si è suicidato in circostanze ancora da capire ed ha lasciato delle lettere.
Una di queste anche in nostro possesso che era indirizzata ai Carabinieri.
Lui diceva che già nel 2010 c’erano delle perdite e la situazione era abbastanza grave”.
L’inviato di Striscia chiede poi a Di Bello:
“Lei ha pagato anche personalmente queste sue battaglie.
Oggi come si sente dopo anni?”.
Pronta la risposta dell’ambientalista:
“C’è una soddisfazione morale, c’è un rapporto alla pari: liberi cittadini che denunciano e una libera informazione che informa.
Credo che l’insieme di questi due elementi portino anche beneficio all’autorità giudiziaria, che riesce ad avere la squadra di quello che sta succedendo, visto e considerato che i tecnici che erano pagati per farlo omettevano appunto di farlo”.
Pinuccio ha così concluso il servizio:
“Sabino, tempo c’è voluto ma alla fine la Procura ha detto praticamente quello che stavamo dicendo noi da qualche anno.
Non vogliamo fermarci perché vogliamo capire il disastro ambientale dove porta.
Continueremo a monitorare la situazione perchè è d’interesse nazionale e perchè questo è un luogo meraviglioso che va tutelato e noi siamo come la goccia: tempo ci vuole ma il buco lo dobbiamo fare”.
Cosa ne pensate? Avete visto il servizio?