La mattina dell’8 Maggio, a Melfi, è stata uccisa Maryna Novozhylova, giovane 27enne ucraina, con due colpi di pistola sparati da suo marito, guardia giurata di Melfi, che subito dopo si è tolto la vita.
Su questo terribile omicidio\suicidio, solo le indagini (condotte da chi di competenza) avrebbero dovuto “mettere bocca”, non le solite “voci di quartiere”, così come è avvenuto.
Poco dopo la tragedia, infatti, la comunità melfitana manifestò chiaro sconcerto e risentimento per alcune affermazioni divulgate da un giornale, secondo le quali una presunta attività extraconiugale di Maryna avesse, in qualche modo, giustificato il terribile gesto.
Maryna dunque venne uccisa due volte: la prima dal suo carnefice, la seconda da una cattiva informazione.
Su questa vicenda intervenne l’Associazione “Telefono Donna” di Potenza che, oggi come allora, non si risparmia nel ricordare Maryna, nel combattere una battaglia per lei e per tutte le donne che non possono più difendersi da un mondo che vuole vederle colpevoli, sempre e comunque.
Queste le parole dell’Associazione potentina:
“Oggi, 8 maggio, è un anno da quando, a Melfi, Maryna Yanovska è stata uccisa dal marito che a sua volta, subito dopo, si è tolto la vita.
Molto è stato scritto sui giornali attraverso una narrazione che non ci è mai appartenuta, fatta di allusioni da un lato e giustificazioni dall’altro, con il tentativo, in ultimo, di mettere sullo stesso piano vittima e carnefice considerandoli entrambi vittime.
La realtà è che si è trattato dell’ennesimo femminicidio, e per questo motivo dopo un mese, l’8 Giugno, eravamo a Melfi, insieme a tante donne e tanti uomini per ricordare Maryna e per ridarle dignità.
In quell’occasione e, successivamente, più volte, il Sindaco di Melfi si è impegnato con molte associazioni a provvedere alle spese di rimpatrio della salma, disponendo il Comune di Melfi di un capitolo di bilancio che può assicurare una sepoltura dignitosa ai cittadini indigenti.
Ma, allo stato attuale, nulla è stato fatto, nonostante il Console ukraino a Napoli abbia provveduto a certificare, da almeno sei mesi, lo stato di indigenza dell’unica parente di Maryna, così come richiesto dall’amministrazione comunale di Melfi.
In questi giorni, è ospite ad Atella Alona, l’unica sorella di Maryna, la cui salma è ancora nel cimitero di Melfi in un loculo prestato da una congrega.
Alona ha l’obiettivo di portarsi finalmente a casa, in Ukraina, l’urna con le ceneri della sorella, cresciuta con lei in un orfanotrofio.
Per fare tutto ciò che è necessario, occorrono all’incirca 3.000 euro.
Con il supporto di altre associazioni, chiediamo al Primo Cittadino di Melfi di mantenere gli impegni ripetutamente assunti, se non altro per una forma di risarcimento morale nei confronti di Maryna”.
Questa mattina, a Melfi, alle 11:00, nella Chiesa di Santa Maria, sarà celebrata una messa in memoria della giovane donna.