Un progetto dalla forte valenza culturale e sociale è stato realizzato all’Istituto “Righetti” di Melfi.
“JOIN US!”: questo il nome dell’attività che ha coinvolto le classi 3A e 3B dell’ITIS, Indirizzo “Elettronica ed Elettrotecnica”.
Ecco una nota della scuola con i dettagli:
“Poiché esigenza prioritaria della scuola non è solo fornire un bagaglio culturale attraverso la didattica tradizionale, ma favorire la crescita degli studenti come membri della società globale, gli alunni del Righetti hanno affrontato tale percorso che li ha portati a confrontarsi ed interrogarsi sull’attuale tema dei fenomeni migratori.
I primi incontri si sono svolti in classe e sono stati caratterizzati da approfondimenti, dibattiti e indagini sulle primordiali, ma già innovative, idee di società multietnica voluta da Federico II.
Il tutto seguendo un approccio multidisciplinare e un appassionato lavoro di gruppo.
La seconda parte del progetto è stata, invece, fortemente coinvolgente da un punto di vista emotivo: un gruppo di ragazzi, cittadini extracomunitari provenienti da Ghana, Gambia e Senegal, ospiti della ‘Global Service’ (società cooperativa che si occupa di welfare sociale), ha incontrato gli studenti dell’Istituto melfitano.
Gli ospiti hanno condiviso le proprie esperienze rispondendo alle domande degli studenti e ponendo a loro volta dei quesiti.
I docenti referenti del progetto hanno seguito con attenzione il percorso svolto dagli alunni e hanno constatato con vivo piacere che: ‘I ragazzi hanno sviluppato una più acuta capacità di comunicazione e di relazione, un maggior senso di responsabilità, di autonomia e di giudizio nel rispetto di se stessi e degli altri’.
L’interazione, avvenuta esclusivamente in lingua inglese, si è arricchita della spontaneità dei ragazzi, la quale abbatteva ogni eventuale diffidenza iniziale”.
I commenti degli studenti sono espressione di tale educativo e proficuo percorso emotivo.
Federico Tartaglia della 3B afferma:
“Ascoltando le esperienze degli immigrati abbiamo riflettuto su ciò che quotidianamente ascoltiamo attraverso i telegiornali.
Le loro testimonianze ci hanno spinti ad aprire gli occhi sulla loro condizione di immigrati, le difficoltà che affrontano, ma anche le dinamiche economiche globali che sono causa di tali flussi di persone”.
Simone Altavela della 3A:
“Abbiamo toccato con mano cosa vuol dire fuggire dalla guerra, abbandonare con dolore la propria terra nella speranza di salvarsi”.
Carmine D’Urso della 3A:
“Auspico ancora più incontri di questo tipo, così da poter creare un legame più intenso tra noi ragazzi, anche se appartenenti a culture diverse”.
Grande soddisfazione per la Dirigente, prof.ssa Vincenza D’Elia, la quale afferma:
“La ricaduta del progetto è quella di uscire dall’etnocentrismo e quindi riflettere sul valore aggiunto della conoscenza di culture altre”.
E allora… join us!
Di seguito due foto dell’incontro con i ragazzi.