A seguito di pronta ed immediata attività d’indagine svolta a in relazione all’omicidio di Grieco Antonio, avvenuto a Montescaglioso in data 27.05.2019, la DDA ha acquisito gravi indizi di colpevolezza che hanno consentito l’adozione e l’esecuzione di un Decreto di Fermo del PM nei confronti di Giuseppe D’Elia (classe 1963) di Montescaglioso.
Il provvedimento restrittivo oltre che per il delitto di omicidio aggravato è stato eseguito anche per il delitto di porto illegale d’arma da fuoco.
In data odierna è prevista l’udienza di convalida da parte del Gip Distrettuale del Tribunale di Potenza.
Le investigazioni sono state sviluppate con eccezionale ed incessante impegno, senza sosta dal momento del delitto (avvenuto intorno alle ore 18,30 del 27.5.2019) dalle Squadre Mobili di Matera e Potenza.
Sulla base degli accertamenti svolti è risultato che la vittima, attirato all’interno di un bosco nei pressi di Montescaglioso, è stato prima attinto da colpi d’arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata (con colpo di grazia alla nuca) e, successivamente, trascinato e poi fatto rotolare per oltre 40 metri in un dirupo posto nei pressi.
Le investigazioni hanno consentito l’immediato intervento degli Agenti della 770bi/e materana, assistiti dagli specialisti della Polizia Scientifica.
Ciò ha permesso — in difficilissime condizioni di tempo e luogo – il rinvenimento del cadavere di Grieco Antonio, recuperato dai VVFF di Matera.
Di seguito, sulla base delle attività d’indagine svolte, venivano acquisiti concreti elementi che hanno permesso l’individuazione dell’autore del delitto, dileguatosi dopo l’omicidio, con l’autovettura della vittima, rinvenuta in seguito in agro di Ferrandina.
Secondo la dda, il delitto, eseguito con modalità tipicamente mafiose, sulla base degli elementi raccolti, deve inquadrarsi in un ampio e articolato contesto di criminalità organizzata ce di contrasto fra gruppi contrapposti impegnati nel traffico di armi e droga.
In particolare l’indagato è stato individuato e localizzato in provincia di Potenza, in agro del comune di Rionero in Vulture, dove insieme alla moglie, aveva trovato rifugio presso l’abitazione di Raffaella Asquino (classe 1977) sottoposta ad arresto in flagranza di reato per favoreggiamento personale.
La donna è la moglie di Donato Prota, ritenuto affilato al clan “Delli Gatti-Di Muro” operante nel Vulture-Melfese, e attualmente detenuto.
D’Elia, già esponente dello storico clan Zito-D’Elia di Montescaglioso (contrapposto al gruppo facente capo a Alessandro, espressione lucana del clan “Modeo” di Taranto) aveva aderito sul finire degli anni ’90 al nascente progetto criminale dei Basilischi, diventando riferimento territoriale della cellula autoctona operante nella zona di Bernalda e Montescaglioso.