“La grande famiglia dei 5000 forestali di Basilicata merita certezze e prospettive chiare oltre che soluzioni definitive.
Abbiamo lavorato in questa direzione, vogliamo capire se si intende andare verso un miglioramento di quanto avviato o ritornare indietro. L’obiettivo, a questo punto mancato, doveva essere quello di far partire tutti i cantieri prima del 1 giugno, data di apertura e dell’inizio della riforma del comparto forestale regionale nell’anno 2018”.
Lo rende noto il consigliere regionale Luca Braia (Avanti Basilicata):
“Apprendo dalla comunicazione dei sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil che il prossimo 3 giugno è previsto l’avvio dei cantieri per le sole 600 unità ex vie blu, rimandando ai prossimi giorni e comunque, pare, entro il 10 giugno, l’apertura degli altri cantieri a cui sono legati i destini degli altri 3600 operai della platea Legge 42, per non parlare dei soggetti interessati alla mobilità in deroga, coinvolti anch’essi nelle attività idraulico forestali, di cui ancora non si conosce la data di partenza. Non ci sono altre comunicazioni da parte degli uffici regionali e, dalla relazione del presidente sul tema, al momento, abbiamo sentito solo che non si vuole fare assistenza con la forestazione e che gli addetti forestali saranno sentinelle del territorio (quasi una antitesi, se vogliamo) e non altro.
La riforma della forestazione del maggio 2018 vedeva tra i pilastri fondamentali, l’incremento per tutti gli addetti sino a 151 giornate Cau, mentre per i comuni dell’area estrazioni petrolifere 161 giornate e i cosiddetti ex vie blue 181.
Previsto, inoltre, l’avvio del turn over, un progetto di attivazione delle filiere produttive utili ad avviare una vera e propria economia del bosco: si vuole confermare il progetto, migliorarlo, modificarlo o affossarlo? Cuore strategico della riforma è stata l’unificazione della platea composta da circa 5000 addetti (compresi i 650 della mobilità in deroga) con l’individuazione di un unico ente gestore, al fine di semplificare le procedure ma, soprattutto, evitare il perpetrarsi di ulteriori differenze tra i lavoratori, provando a trattare tutti alla stessa maniera, a partire dall’avvio dei cantieri per tutti gli operai nello stesso giorno, che nel 2018 è stato l’1 giugno, con l’impegno di anticipare negli anni a seguire (l’obiettivo era entro Aprile) per rendere più efficaci le attività.
Si comincia il 3 giugno, invece solo per 600 lavoratori circa dei 5000 totali e dobbiamo, quindi, affidarci davvero alla speranza di avere bel tempo fino alla fine dell’anno (le premesse sono tutte all’opposto) e alla disponibilità degli operatori di lavorare anche i sabati, per mantenere la possibilità di effettuare tutte le giornate previste, con nessuna possibilità di sospendere le attività nel periodo estivo.
A nulla vale il rimbalzo delle responsabilità sulla scarsa disponibilità delle risorse. È noto, dal 2015, perché è sempre stato comunicato con trasparenza, che la disponibilità finanziaria si è sempre trovata nel medesimo periodo facendo affidamento alle risorse di bilancio (con variazioni anche in extremis) e ai fondi della ex carta carburante che, in maniera inspiegabile, il governo nazionale oggi ‘amico’ ma ‘forse non troppo’ di quello regionale non rende disponibili da oltre 10 mesi, relativamente alle annualità passate, per un importo di oltre 80 milioni di euro.
Solo per la cronaca, nonostante le medesime difficoltà di oggi lo scorso anno a maggio furono appostate il 100 per cento delle risorse per l’intero anno e l’impegno nostro era quello di farlo per tutti gli anni a venire, per attestare al mondo il vero cambio di passo che con la riforma avevamo messo in campo. Invece, il cambiamento e il governo di centro destra hanno, per ora, manifestato il primo impegno non rispettato, senza fare di più e meglio, come promesso e non mantenuto.
Speriamo, adesso, che anche la restante parte della platea possa partire, come si legge, nei prossimi giorni e, soprattutto, che immediatamente, si faccia uscire anche il bando per il turn over di almeno 500 ulteriori unità, come da accordo già siglato e stabilito con i sindacati.
Chiederemo all’assessore Fanelli o forse al presidente Bardi, o al referente (a quanto pare) del comparto consigliere Quarto, di relazionare in Consiglio su come intendono portare avanti il comparto nel 2019 e rispettare gli accordi, il prossimo 6 giugno, in occasione della discussione sulla relazione del presidente oppure in occasione della risposta all’interrogazione all’uopo presentata nei giorni scorsi, che spero vada in discussione nel primo consiglio utile.
Ci dispiace dirlo e spero che questa nota sia interpretata come stimolo e non come strumentale critica: non appare esserci, oggi, una visione, una idea di utilizzo virtuoso delle professionalità oppure di attivazione delle filiere produttive inserite nel progetto di riforma. I 5000 addetti hanno il diritto di sapere, come tutti noi”.