Come da tradizione, a Barile si è rinnovato l’antico rito arbëreshë del battesimo delle bambole.
A non far perdere questa tradizione, tramandata da generazioni, ci ha pensato l’associazione Intercultura, ideata da un albanese trapiantato a Barile da 30 anni, Robert Lani, e presieduta da Giovina Paternoster.
Alle ore 18:30, in corteo dal centro sociale “Don Domenico Telesca”, bambini e adulti hanno raggiunto il piazzale della stazione ferroviaria dove si è svolto l’intero rito, al quale hanno fatto seguito: una degustazione di prodotti tipici, giochi e danze popolari.
Questa antica tradizione si svolge nel giorno dedicato a San Giovanni Battista, e prevede che le bambine formino delle coppie, vicino ad una rampa di scale in pietra: per ogni coppia vi è una bambola, confezionata appositamente per questa circostanza.
Sono bambole ottenute avvolgendo delle fasce e pannolini per neonato attorno al manico di un grosso mestolo di ferro o di alluminio.
La testa è la calotta sferica riempita di stracci e avvolta da un panno bianco, con il viso dipinto sulla parte convessa.
Cuffiette di lana, camiciole, magliettine, bavaglini e sacchetti completano l’abbigliamento delle bambole.
A turno, le bambine-madri depongono a terra, con gran cura, come se accudissero neonati in carne ed ossa, le bambole-figlio, collocandole subito sotto il primo gradino della scala di pietra e saltano per tre volte pronunciando la seguente formula:
Pupa de San Giuanni Battizzami sti pann Sti pann so’ battezzate.
Tutti cumpari e cummari sime chiamate”.
Il rito finisce in questo modo: si prende la bambola e la si bacia, quindi la comare bacia la bambina-madre consegnandole la figlia.
Dopo questa cerimonia, documentata almeno fin dal 1730, tutti festeggiano mangiando dei biscottini e ballando con sottofondi musicali di canzoni arbëreshë.