Riceviamo e pubblichiamo un comunicato ufficiale di Roberto Iosca – Portavoce del Gruppo di Attenzione Vulture-Melfese-Alto Bradano:
“La notizia dell’avvio, da parte della Giunta Regionale, delle procedure che porteranno alla individuazione del nuovo Direttore Generale dell’IRCCS CROB è un buon primo passo del percorso indispensabile per la messa in sicurezza dell’Istituto.
Il Gruppo di Attenzione del Vulture-Melfese-Alto Bradano si augura che quando la Giunta Regionale, nella parte finale dell’iter necessario, dovrà esercitare la sua legittima discrezionalità orientandosi all’interno della rosa dei nomi selezionati, operi una scelta saggia che tenga adeguatamente conto che i termini ristretti, che ci separano dalla verifica ministeriale per valutare la riconferma del riconoscimento di IRCCS al CROB, impongono l’individuazione di una figura che oltre ai requisiti richiesti abbia caratteristiche tali da permettere che possa operare immediatamente e bene senza avere bisogno di tempo per entrare nei meccanismi del presidio e comprenderne dinamiche e urgenti necessità.
Il ‘Gruppo’ non può e non vuole esercitare nessuna indebita interferenza nella decisione della Giunta.
Sa bene di non avere titolo a farlo, cionondimeno ritiene doveroso sottoporre il suo pensiero, il suo auspicio all’attenzione di chi ha responsabilità istituzionali.
Detto questo però si permette, in punta di piedi, di evidenziare, diversamente da quasi tutti gli interventi degli ultimi tempi, che concentrarsi sulla nomina del direttore generale, in questa fase possa essere fuorviante o distrarre l’attenzione dalle questioni urgentissime che devono trovare immediata soluzione per non accentuare lo stato di crisi.
Ci si riferisce all’avvio delle procedure per l’ammodernamento del parco tecnologico, al reclutamento del personale necessario (medici, ricercatori e infermieri) con l’espletamento dei concorsi in atto, con l’indizione di altri bandi o, la dove necessario, con la sottoscrizione di convenzioni con primari di riconosciuta fama, per la ripresa delle attività chirurgiche e ambulatoriali che languono, soprattutto nei reparti di urologia (che abbisogna ineludibilmente di un primario), di chirurgia toracica ed addominale.
Sono gli interventi più urgenti cui il governo regionale deve porre immediata attenzione con decisioni proprie o favorendo l’attività del CROB, atteso che il Direttore Generale facente funzioni, Dottoressa Cristiana Mecca, insieme al Collegio di Direzione, sta già lottando contro il tempo, in questa fase di estrema delicatezza, con competenza, tenacia e palpabile attaccamento.
Che sia indispensabile agire in tal senso è certificato dalle quotidiane grida di allarme, riportate dalla stampa, delle parti sociali, civili e religiose ed è confermato dagli stessi interventi istituzionali dell’assessore Leone e del Presidente della IV commissione Consiliare Zullino.
Il Gruppo di Attenzione è contento di constatare che la sua battaglia, condotta da anni pressoché in solitudine, sia diventata la battaglia di tutti per spingere verso soluzioni rapide.
La situazione è delicata ma limitarsi soltanto a denunciarne i pericoli rischia di far apparire il diavolo a furia di evocarlo.
È ora, quindi, di passare dalle dichiarazioni ai fatti.
Quelli delle istituzioni con decisioni rapide ed efficaci, e quelli delle parti sociali, Gruppo compreso, con proposte, vigilanza e massiccia mobilitazione se dovesse servire.
La guardia deve rimanere molto alta poiché chi ha remato sempre in senso contrario non starà a guardare.
Infatti, nei giorni scorsi, appena si è fatta forte la pressione perché si affrontassero con decisione i problemi, sono riapparse sulla stampa le presenze, più o meno autorevoli di chi prendendo a pretesto alcune dichiarazioni dell’assessore Leone è tornato a difendere la pratica di una politica sanitaria che l’evidenza dei fatti ha dimostrato sbagliata e, ancora, peggio applicata.
Queste presenze hanno mostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, le ragioni vere che ispirarono quelle scelte.
Non ci si sofferma sulla polemica politico-istituzionale, non compete né appassiona il Gruppo, ci si limita ad intervenire su quanto dichiarato.
È stato scritto che la radioterapia a Potenza è nata alle dipendenze del CROB di Rionero.
Niente di più falso!
Se fosse stato così il San Carlo avrebbe beneficiato a TITOLO GRATUITO di consulenza e direzione eccellenti nella erogazione delle prestazioni.
Invece la gestione, piene di falle storicamente documentabili, è stata affidata a privati con enorme sciupìo di danaro pubblico che più opportunamente poteva essere utilizzato per dotarsi di nuovi servizi, assenti sul territorio, o per potenziare quelli esistenti che mostrano criticità.
E’ proprio peregrino domandarsi perché spendere tanto per un servizio che poteva essere ottenuto gratuitamente?
Si parla di timori di chi vede nella concorrenza “con Potenza” il rischio di perdere numeri determinanti per la riconferma del riconoscimento di IRRCS.
E’ il caso di precisare che i timori vengono invece dalla concorrenza, da sempre creata ad arte, “di Potenza” per minare il funzionamento del CROB che ha sempre assicurato 1500 trattamenti di eccellenza all’anno e senza lista di attesa.
Dall’inverno 2017 i numeri sono andati riducendosi e, guarda caso, proprio nella quantità stessa di quelli che realizzava Potenza.
È dunque matematico!
Il servizio al San Carlo ha sottratto numeri determinanti al CROB.
Si dice per lenire il disagio degli ammalati e si evocano 43000 firme raccolte (o fatte raccogliere) per attivare all’ AOR l’impianto di radioterapia, e non basta si minaccia l’insurrezione dei cittadini di Potenza a tutela della salute dei Lucani (sic!).
Se si voleva lenire il disagio perché non cominciare da Matera che è ben più lontana dal CROB?
E quanto alle firme, da quando in qua le scelte importanti, come quelle della politica sanitaria, si assumono sotto la loro pressione?
Se succede è solo perché si insegue il tentativo di accontentare piazza e pancia cercando di consolidare il proprio consenso.
Il bene comune, quello vero, si persegue con altri comportamenti.
Ma sono innumerevoli le aggressioni, riuscite e non, mosse dal potentato politico-sanitario del , capoluogo.
L’elenco è lunghissimo!
Ci si limita, ora, a ricordare la tempistica di realizzazione del reparto oncologico a Potenza quando il CROB muoveva i suoi primi passi, il tentativo di accorpare la sua Direzione Generale a quella dell’ AOR (disinteressandosi del fatto che l’operazione avrebbe comportato la perdita del riconoscimento di IRCCS), l’invenzione delle SIC che, per risolvere problemi di equilibri politici, hanno finito per danneggiare sensibilmente il CROB, inginocchiandolo addirittura con l’istituzione di quella di urologia esercitata su 3 presidi ospedalieri.
Si consideri che questa scelta a fronte di un risibile risparmio di 150/200.000 Euro per la struttura soppessa, ha comportato una spesa, per la Regione, di circa 8.000.000 di Euro a rimborso alla vicina Puglia per l’immigrazione passiva provocata nel nord-est della Basilicata.
Si sorvola sulla attività di sistematico boicottaggio da parte di quinte colonne collocate in posti dirigenziali presso il CROB.
E a fronte di tutto questo hanno il coraggio di tacciare di campanilismo coloro che si occupano della sua difesa.
È facilmente dimostrabile, invece, che si è trattato di sistematica pratica di superficiale provincialismo.
Non c’è campanilismo nella difesa del CROB.
Non c’è a tal punto che da anni viene avanzata (senza ascolto) la forte richiesta di una medicina oncologica diffusa su tutto il territorio attraverso l’approvazione del Piano di Rete Oncologica Regionale che coinvolga tutti i presidi stabilendo, una volta e per sempre, cosa fare e dove farlo senza irrazionali, dispendiose e schizofreniche duplicazioni o triplicazioni di servizi, stante la natura del male e la limitata popolazione regionale.
L’ammalato di cancro (chi scrive lo sostiene da “patuto” non da “saputo” ) non cerca il servizio sotto casa cerca il presidio che assicuri migliori e maggiori possibilità di guarigione con prestazioni di qualità.
Una qualità che si persegue con la pratica della maggior casistica possibile.
Ecco perché tutta l’oncologia regionale deve avere una unica sede HUB, con protocolli condivisi, un solo centro in cui confluiscano i dati di diagnosi e cura che possano favorire anche la ricerca e fare in modo che tutta la Regione, con una sanità così organizzata, possa ambire a dotarsi della Facoltà di Medicina presso l’Università di Basilicata.
E quale sede va individuata come HUB se non il CROB, forte della sua trentennale esperienza, e della sua dignitosissima partnership nel progetto AMORE insieme al Pascal di Napoli e al Giovanni Paolo II di Bari per la realizzazione della Rete Oncologica Meridionale?
E’ proprio così difficile da capire?
Bisogna essere considerati pazzi visionari a pretendere una classe Dirigente (non interessa di quali città lucane) che abbia progetti ambiziosi e sappia volare alto nelle scelte senza perdersi nella ricerca del facile consenso.
ALTRO CHE CAMPANILE.
Si parli di merito, di scelte utili alla Regione e ai suoi cittadini!
Il nostro Gruppo continuerà a battersi per il CROB e ogni altra causa per non far prevalere gli interessi di piccolo cabotaggio a dispetto del bene comune.
Le assicurazioni di cambiamento di pratica politica del nuovo governo regionale passano anche attraverso le decisioni su questo tema per realizzare, con la qualità del servizio, economicità e interventi produttivi.
Il nuovo Ministro alla Sanità, il lucano on. Roberto Speranza, ben potrà vigilare e assicurare la sua presenza con interventi e provvedimenti che facciano finalmente decollare il sistema sanitario della Regione”.