L’Adoc di Basilicata, nella veste del suo Presidente, Canio D’Andrea, interviene sul costo della risorsa idrica in Regione, sottolineando la necessità di utilizzare meccanismi di compensazione che tengano conto delle condizioni economiche e sociali degli utenti e su cui l’EGRIB pare non voler proferire parola.
Di seguito la nota integrale:
“Com’era prevedibile EGRIB non ha dato alcuna risposta alle Associazioni dei consumatori.
L’Ente di Governo per i Rifiuti e le Risorse idriche ha bellamente ignorato le richieste dell’ADOC di Basilicata e delle altre Associazioni di consumatori.
L’analisi delle nuove tariffe approvate dall’EGRIB penalizzavano fortemente i consumatori più deboli e perciò l’ADOC di Basilicata e le altre Associazioni di consumatori hanno richiesto i dati di calcolo delle tariffe all’Ente preposto perché si potesse intervenire con le necessarie modifiche.
Ad oggi l’EGRIB, oltre a riempirsi la bocca di parole, non ha fatto nulla.
Per chiarire i termini del problema, occorre precisare alcune circostanze:
- l’acqua è un bene essenziale a cui non si applica, per legge, un prezzo definito dal distributore, ma le tariffe devono coprire soltanto i costi di produzione, cioè non si può speculare sull’acqua;
- l’acqua necessaria alla vita civile deve essere assicurata a tutti.
Per garantire che non si sciupi l’acqua si suddivide il consumo in scaglioni di consumo.
Il primo scaglione rappresenta la quantità di acqua strettamente necessaria alla sopravvivenza umana a cui si applica la tariffa agevolata, il secondo scaglione rappresenta la quantità di acqua per i fabbisogni necessari a cui si applica la tariffa base e così via;
- naturalmente i costi crescono in funzione del consumo, a un consumo eccessivo è applicata una tariffa molto alta;
- alla fornitura di acqua per finalità diverse dal consumo umano, per esempio per uso commerciale, è applicata una tariffa diversa da quella consumers.
La complessità del meccanismo è tale che è difficile capire se le tariffe applicate corrispondono alle finalità previste dalla legge, ecco perché l’ADOC di Basilicata ha chiesto i dati all’EGRIB.
Occorre una ulteriore precisazione: in Basilicata la distribuzione dell’acqua è affidata ad Acquedotto Lucano S.p.A. che emette anche le fatture in applicazione alle tariffe approvate dall’EGRIB: ebbene, Acquedotto Lucano S.p.A. è vittima come i consumatori di questo sistema.
Acquedotto Lucano S.p.A non può intervenire sulle tariffe né trae beneficio dalle tariffe che colpiscono i consumatori: infatti, A. L. può incassare più soldi di quanti ne spende per fornire acqua agli utenti e di ciò abbiamo certezza attraverso i bilanci e gli atti pubblicati sul sito dallo stesso.
Tanto per fare un esempio, applicando le tariffe deliberate da EGRIB, un metro cubo di acqua fornita ad una famiglia di tre persone che utilizza l’acqua nello scaglione agevolato (60 mc/anno), quindi al minimo vitale, paga € 1,56/mc mentre Acquedotto Lucano S.p.A. la fornisce a € 1,47/mc.
Naturalmente la differenza non arricchisce A. L. ma va a beneficio di consumatori che la pagano meno del dovuto.
In conclusione, la reticenza di EGRIB danneggia i consumatori e non porta nessun beneficio a A. L..
Nonostante l’estraneità di Acquedotto Lucano S.p.A., in questa vicenda, resta il fatto che è l’unico Ente che si è preoccupato di interloquire con le Associazioni di consumatori per collaborare nella ricerca di una migliore soluzione al problema acqua.
Perciò rinnoviamo la richiesta ad EGRIB di fornire i dati necessari per consentire all’ADOC e alle altre Associazioni di consumatori di fare proposte per correggere queste assurde tariffe e ai nostri rappresentati, nelle massime istituzioni, ad intervenire affinché EGRIB faccia il proprio dovere”.