La legge elettorale è l’espressione più forte della democrazia e del suo funzionamento.
Così si esprime in un comunicato ufficiale il consigliere regionale di Prospettive lucane, Carlo Trerotola, ribadendo come il pluralismo e gli interessi di un intero Paese non possano passare dalle esigenze di un partito.
Di seguito la nota integrale:
“Scrivere una legge elettorale significa dettare le regole elementari per il funzionamento della democrazia.
Partendo da un tale presupposto, si capisce che queste regole debbono essere necessariamente condivise da tutte le parti politiche.
Si comprende, altresì, che le regole elettorali non possono essere scelte nell’interesse di una parte piuttosto che di un’altra, tendenza ampiamente sperimentata negli ultimi 10 anni, ma nell’interesse del buon funzionamento della democrazia.
In tal senso, l’unica legge elettorale degna di sottolineatura rimane ancora oggi la ‘legge Mattarella’, concepita scevra da particolarismi.
Non è pensabile rivendicare una legge elettorale soltanto perché funzionale al proprio successo elettorale, salvo poi chiederne l’abrogazione quando i sondaggi cambiano trend.
Di tale segno non furono le ultime leggi elettorali alle quali si pervenne perseguendo particolarismi che finirono per danneggiare il sistema democratico.
Se per un verso occorre garantire maggioranze stabili, per altro verso occorre assicurare rappresentanza agli elettori perché siamo in una Repubblica parlamentare, concepita per affermare la più ampia partecipazione possibile.
Un tale dogma non può essere scalfito da esigenze particolare dei singoli partiti.
Un sistema interamente maggioritario, peraltro, come vorrebbe parte del centrodestra, si porrebbe in evidente contrasto con la attuale forma di governo, perché la nostra Repubblica parlamentare si fonda sul principio della rappresentatività, ovvero sulla capacità di esprimere un parlamento che sia la fedele costruzione della volontà popolare.
Da tali imperativi costituzionali non può prescindere il legislatore, che, diversamente, creerebbe scompensi distruttivi di un sistema democratico che, ancora, oggi, garantisce le libertà fondamentali”.