Ultimo passaggio del ddl di riforma costituzionale che taglia 115 senatori e 230 deputati: ad accoglierlo un’Aula di Montecitorio quasi deserta.
Al momento dell’inizio della discussione, come riporta il Fatto Quotidiano, erano presenti circa 30 parlamentari.
Solo sedici gli iscritti a parlare, tanto che il dibattito si è protratto solo per poco più di tre ore.
L’esame del testo riprenderà Martedì 8 Ottobre, a partire dalle 14:00, ora in cui inizieranno le votazioni.
Per i 5 stelle si tratta di un momento fondamentale:
“Dopo decenni di promesse, la riduzione del numero dei parlamentari rimane un atto esemplare per dare dignità alla politica”.
Così Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali e relatore:
“Una autoriforma coerente con i sacrifici che troppo spesso sono stati richiesti se non imposti agli italiani.
Tante cose sono cambiate dalla prima approvazione di questa riforma in quest’aula, abbiamo una nuova maggioranza che già in commissione su questo provvedimento ha dato prova di compattezza e serietà.
Avremo forse nuove opposizioni con gruppi che, dopo aver votato tre volte sì, magari mancheranno alla prova finale, a un vero e proprio appuntamento con la storia”.
Alcune perplessità sul modo in cui è stata affrontata “una riforma epocale” sono state avanzate dall’ex sottosegretario e deputato M5s, Gianluca Vacca.
Pur garantendo l’appoggio al provvedimento, in un post su Facebook, ha sottolineato:
“Quella del taglio dei parlamentari è una modifica così delicata da non poter essere liquidata con un semplice ‘tagliamo le poltrone.
Se ne è parlato tanto in questi mesi, ma quasi sempre con argomenti retorici, di propaganda, senza affrontare i nodi più importanti, mentre, come quasi tutti i provvedimenti, ha cose buone e altre forse meno buone e conseguenze certe e altre invece tutte da verificare.
Proviamo a parlarne senza retorica.
A partire dalla ‘necessità’ di ridurre il numero dei rappresentanti dei cittadini: una cosa è certa, dopo l’approvazione del taglio, l’Italia andrà ad occupare le ultimissime posizioni in quanto a rappresentatività democratica parlamentare (avrà in sostanza il minor numero di parlamentari in rapporto agli abitanti)”.