È stato presentato, Martedì 8 Ottobre, a Roma, presso la sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio, il nono Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione.
L’edizione 2019 si è concentra sui giovani: “la cittadinanza globale della generazione millennial”.
Questa la fotografia restituita dalla Fondazione Leone Moressa, un istituto di studi e ricerche specializzato nello studio delle fenomenologie e delle problematiche relative alla presenza straniera sul territorio:
“Negli ultimi 10 anni abbiamo perso una città come Verona: 250 mila giovani emigrati e non rientrati (saldo migratorio).
Se fossero rimasti, produrrebbero 16 miliardi di PIL”.
Ma qual è il costo da pagare per questo esodo?
Ecco quanto si legge nel rapporto Moressa, secondo quanto riportato da Repubblica:
“Possiamo affermare che i 250 mila giovani ci costano 16 miliardi di euro (intesi come mancato Pil prodotto dal loro lavoro), senza contare l’investimento fatto dalle famiglie e dallo Stato per la loro istruzione e formazione”.
Tra le cause maggiori che inducono a lasciare il nostro Paese, la mancanza di lavoro.
All’Italia va la maglia nera in materia di occupazione con “il tasso più’ basso d’Europa” registrato per la fascia di persone comprese tra i 25-29 anni: il 54,6% rispetto ad una media europea del 75%.
Si attesta, per la stessa fascia di età, anche il tasso di Neet (chi non studia e non lavora) più alto d’Europa.
Questo lo scenario che si presenta: per l’Italia il 30,9% a fronte di una media Ue del 17.1%.
Ne è naturale conseguenza un tasso di alfabetizzazione “molto basso”: dei ragazzi compresi nella fascia d’età che va dai 25 e i 29 anni solo il 27,6% ha conseguito una laurea: “quasi 12 punti in meno rispetto alla media europea”.
Cosa ne pensate?