Polemiche sull’attacco terroristico rivendicato dall’Isis, avvenuto la sera di Lunedì 19 Dicembre nella capitale tedesca (Berlino), arrivano anche dalla Basilicata.
Sicuramente avrete appreso dai media che l’autore dell’attacco di Berlino, dopo aver compiuto la strage (in cui ha perso la vita anche una nostra giovane connazionale), è fuggito.
Nella notte tra Giovedì 22 e Venerdì 23 Dicembre, il killer magrebino è stato fermato davanti alla stazione di Sesto San Giovanni da due poliziotti italiani durante una normale azione di controllo, ignari dell’identità dell’uomo.
A quel punto Anis Amri (questo il nome dell’uomo ritenuto essere l’autore della strage) ha estratto una pistola ed ha iniziato a sparare conto gli agenti (Cristian, agente scelto proveniente da Udine e Luca, agente da 10 mesi e in prova da 3 nello stesso commissariato, originario di Canicattì Bagni) i quali hanno risposto al fuoco uccidendolo.
Le foto dei due eroi italiani sono apparse immediatamente sui social riscuotendo elogi anche dal Ministro degli Interni ma questa scelta di pubblicare nomi e foto dei due agenti non è stata gradita dal sindaco di Maratea (PZ) che in un post ha scritto:
“Il diritto d’informazione ed il diritto dei nostri poliziotti ad essere tutelati.
La cosa però che mi turba particolarmente e mi preoccupa è la singolare nonchalance con la quale tutti o quasi, anche quotidiani autorevoli, hanno diffuso il nominativo del poliziotto che ha ucciso l’assassino terrorista.
Addirittura, in molti (troppi) casi si è pubblicata la foto dell’agente.
Certamente tutto è accaduto in chiave elogiativa dell’accaduto, ma, con estrema e criminale superficialità, non si è badato al diritto alla vita del tutore dell’ordine, esponendolo pubblicamente.
Raccapricciante esempio di come l’informazione produce danni irreparabili”.
Secondo voi è giusta l’osservazione fatta dal primo cittadino di Maratea?