Nuove regole, a partire dal 2020, per le detrazioni sanitarie in Italia: anche in questo caso varrà il principio della rintracciabilità cui sia aggiunge una detrazione del 19% delle spese sostenute, per la parte eccedente il tetto di 129,11 euro (franchigia).
Ecco in dettaglio come funzionerà.
A partire dalla dichiarazione dei redditi del 2021 (redditi e spese del 2020) sarà possibile effettuare la detrazione del 19% solo per le spese “tracciabili” per il cui pagamento si è utilizzato carte di credito, bancomat, bonifici bancari o postali e assegni.
In questo caso le detrazioni saranno già presenti nella pre-compilata inviata dall’Agenzia delle Entrate.
Con un’eccezione: per le strutture pubbliche e quelle private “convenzionate” con il SSN (Servizio Sanitario Nazionale), l’obbligo di pagamento con strumenti informatici viene meno, mentre permane e sarà requisito di validità per le strutture private non convenzionate.
Per venire incontro a quella fetta di popolazione non abituata all’uso del bancomat (si pensi agli anziani), non ci sarà l’obbligo di dimostrare la spesa effettuata per farmaci, protesi o dispositivi medici.
Via le detrazioni per i redditi alti, da 120 mila euro in su.
Si parla di 302 mila contribuenti che, secondo gli ultimi calcoli del MEF sui redditi 2018, però versano il 18% di tutta l’Irpef (l’Imposta sul reddito delle persone fisiche).
Con le nuove regole, tutti coloro che rientrano in questa fascia di reddito vedranno via via ridursi le spese sanitarie detraibili al 19%, fino ad azzerarsi sopra la soglia dei 240 mila euro (circa 80 mila contribuenti).
Non saranno detraibili, invece:
- le spese per l’istruzione dei figli (che danno un gettito di 131 milioni di euro l’anno);
- le spese per gli studenti fuori sede e per lo sport dei figli;
- le assicurazioni sulla vita (52 milioni);
- le spese del veterinario;
- le spese funebri.