“2018 Alba, Matera e Hong Kong: il Tartufo di Basilicata sale sul palcoscenico mondiale, sfida e si mostra in diretta con il tartufo bianco d’Alba.
2019, tutto svanito.
Vanificato il lavoro di tre anni, sfuma il sogno di vedere Matera e la Basilicata del Tartufo insieme ad Alba, Hong Kong, Mosca e Singapore uniti dall’asta mondiale.
Ripiombiamo nell’oblio grazie a un Governo regionale e a un assessore all’Agricoltura, che si mostrano insensibili al tema, forse perché inconsapevoli della qualità e delle quantità di tartufo di eccellenza presente (quello bianco in particolare) in Basilicata ma, soprattutto, ignari del valore aggiunto che lo stesso è in grado di generare direttamente e indirettamente.
Basti pensare a ciò che da sempre fa la fortuna di altre regioni nelle quali il nostro prodotto viene portato e venduto, Umbria, Toscana, sino al Piemonte e alla stessa Alba”.
Lo dichiara il Consigliere regionale, Luca Braia, di Avanti Basilicata e già assessore all’agricoltura.
Precisa Braia:
“Il Tuber magnatum Pico del quale in Basilicata si stimano produzioni per un controvalore di diversi milioni l’anno, molti dei quali ‘sommersi’, è l’unico prodotto in grado di suscitare emozione e di attrarre cultori e appassionati da tutto il mondo.
Abbiamo lavorato in questi anni perché tale enorme potenziale potesse essere sfruttato a pieno dalla Basilicata, come accade in altre regioni, facendolo diventare punta di diamante della nostra tradizione gastronomica e fattore attrattivo turistico, sull’esempio della stessa Alba che ogni anno con la sua fiera (giunta alla 89esima edizione) nei mesi di ottobre e novembre coinvolge oltre 2 milioni di visitatori.
Constatare l’oblio a solo un anno di distanza esatta è pari a dire, con profonda delusione e molto rammarico, che abbiamo buttato tre anni di lavoro al vento.
Nel 2016 e nel 2017, insieme agli operatori, con i nostri tartufi e tartuficoltori, oltre che con i prodotti agroalimentari (vino compreso), siamo diventati protagonisti assoluti ad Alba in uno degli otto week end della Fiera di settore più nota al mondo.
Al fine di far acquisire consapevolezza del potenziale a nostra disposizione, abbiamo lavorato con i diligenti uffici del dipartimento Agricoltura, guidati e molto stimolati sempre in tal senso, a diffondere la cultura del tartufo lucano, sensibilizzando ristoratori, cuochi, tartuficultori, operatori vari, che abbiamo riunito, organizzato, coinvolto in tante iniziative.
Sono stati protagonisti di una formazione diretta con presenza anche in fiera ad Alba e in giro nelle Langhe per visitare le tartufaie del posto e venire a contatto con le modalità operative e le strategie commerciali messe in campo dagli operatori che, facendo sistema insieme alle istituzioni, hanno creato in Piemonte, intorno al tartufo (per il 90 per cento importato dalle altre regioni compresa la Basilicata, va anche precisato) un business incredibile che genera economia e occupazione per un territorio ben più ampio della città stessa di Alba che è diventata città simbolo e nota a livello internazionale.
Nel 2018 abbiamo realizzato il sogno di essere la prima città italiana a battere l’asta del Tartufo di Basilicata, nella splendida cornice di Palazzo Viceconte alla presenza del Gastronauta Davide Paolini, in contemporanea con l’asta del Tartufo mondiale del bianco d’Alba che si svolge da 20 anni al Castello di Grinzane, sfruttandone la straordinaria scia mediatica, alla presenza di oltre 150 partecipanti tra imprenditori e ospiti che hanno, con entusiasmo, potuto apprezzare e direttamente competere per acquistare il nostro prodotto lucano, valutato da esperti certificati, raccontato, valorizzato oltre che promozionato anche nel circuito internazionale, devolvendo il ricavato in beneficenza e, in particolare, a una associazione per la ricerca sulla Sla.
Un’intera giornata totalmente dedicata al tartufo di Basilicata in cui fu allestita anche una splendida e molto apprezzata mostra del prodotto fresco e trasformato lucano a cura della associazioni tartuficole regionali A.M.S.C.I.L. e G. Bresadola, momenti di formazione per i numerosi visitatori, un corso di analisi sensoriale curato dal Centro nazionale studi tartufo, oltre che show cooking di degustazione e un pranzo con piatti dedicati e assaggi di prodotto a cura della Federazione italiana cuochi, Unione regionale cuochi lucani.
Domenica prossima, 10 Novembre e per i giorni a seguire, i media di tutto il mondo racconteranno l’evento dell’asta mondiale del tartufo, decanteranno Alba, il Piemonte, parleranno delle offerte e dei collegamenti fatti con Hong Kong, Mosca e Singapore.
In Basilicata il buio assoluto perché, invece, Matera nell’anno 2019 in cui è capitale della Cultura e la Basilicata tutta, faticosamente aggregata fino ad oggi all’insegna del ‘Sistema Basilicata’ tra produttori, cavatori, trasformatori e commercianti, ripiomberà nel totale silenzio e triste anonimato, per la felicità delle regioni concorrenti che erano state sorprese da questa visibilità mondiale improvvisa, e conseguente concorrenza sul mercato, che in questo particolare e molto redditizio settore del Tartufo di Basilicata eravamo riusciti ad ottenere in pochissimo tempo.
A conferma dell’assenza totale di coraggio, visione e programmazione da parte del Governo regionale, va sottolineato anche un altro episodio increscioso: il Presidente nazionale della città del tartufo e il Sindaco di Carbone (rimasto con la sua Fiera di Carbone l’unica testimonianza di presenza del comparto in Basilicata), non sono stati degni di ricevere le attenzioni da parte dell’assessore all’Agricoltura Fanelli, rispetto alla proposta – concordata per altro anche formalmente dal sottoscritto e dal dipartimento Agricoltura nella precedente legislatura – di voler realizzare a l’evento nazionale sul tartufo nella città di Matera, in questo 2019.
Anche a sostegno della candidatura per il riconoscimento a bene immateriale Unesco, della ‘Cerca e Cavatura del tartufo in Italia’, iniziativa che il Presidente nazionale Michele Boscagli ha poi deciso di tenere nei padiglioni di Fico a Bologna, registrando un enorme successo e con unica regione assente tra quelle che si caratterizzano con il tartufo e, guarda caso, proprio la nostra Basilicata.
La consolidata collaborazione tra la Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba e la Regione Basilicata l’11 novembre scorso era diventata, con la diretta da Matera, un impegno che sarebbe dovuto continuare nel futuro, legata sia al destino dei nostri tartuficoltori che all’operazione mediatica straordinaria per portare benefici molto più ampi a tutto l’indotto a cui il tartufo si lega (olio, pane, pasta, vino, turismo ecc.).
Nel pieno della stagione del Tuber magnatum Pico, il tartufo bianco, sia ad Alba che in Basilicata, non si è voluto, da parte del Governo regionale attuale, nemmeno ipotizzare o considerare di continuare ad occupare lo spazio del weekend dedicato ai prodotti della nostra regione tra le settimane della fiera internazionale.
Si prenda atto che, da sempre, siamo terra di tartufo e che avevamo lavorato tanto per essere scoperti dal pubblico mondiale, uscire dall’oblio e farci associare a un prodotto di eccellenza che evoca emozione e attrae turisti enogastronomici di altissimo livello, in grado di riconoscere al territorio prestigio e popolarità ma soprattutto disposto a spendere facendo girare l’economia ad esso correlata.
Vincere la sfida ambiziosa di cui la Basilicata necessita significa oggi immaginare, programmare, progettare, continuare, perseverare, migliorare, ampliare, coinvolgere, investire.
Parole che l’assessore Fanelli e questo Governo non riescono proprio a comprendere e probabilmente a credere possibili.
Bisogna prendere quello che di buono si è fatto nel passato e rilanciarlo, possibilmente migliorarlo, ampliarlo, non vanificarlo o demonizzarlo: così non andiamo da nessuna parte e i lucani non lo meritano”.