Ancora una grande notizia per Melfi e il suo Museo.
Dopo la riapertura della Cappella Doria, avvenuta lo scorso 8 Agosto, il prestigioso sarcofago di Atella.
Infatti domenica 22 dicembre 2019 alle ore 12.00 presso il Museo Archeologico Nazionale Massimo Pallottino di Melfi sarà inaugurata la mostra Capolavori in rilievo. I sarcofagi di Atella e Rapolla.
La mostra presenta, grazie allo straordinario prestito concesso dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il sarcofago di Atella vicino a quello di Rapolla ed intende raccontare, attraverso il dialogo visivo tra i due manufatti eccezionalmente riuniti, l’importanza culturale e il ruolo ricoperto dal territorio del Vulture in età imperiale romana.
Fulcro della narrazione sono i due sarcofagi marmorei, straordinarie opere d’arte e capolavori assoluti della scultura di età romana, che testimoniano la ricchezza e il raffinato mondo dei grandi proprietari terrieri che possedevano estese tenute (praedia) nella campagna del Vulture, non lontano dalla città di Venusia.
La ricchezza decorativa, la ricerca chiaroscurale, l’abbondanza di attributi ed elementi d’arredo e del paesaggio, attestano la produzione dei sarcofagi per una committenza d’altissimo livello che abitava le numerose ville individuate nel territorio e distribuite lungo strategici assi viari, primo fra tutti l’Appia.
In prossimità delle ville erano collocate le necropoli dotate di edifici anche sontuosi, in grado di ospitare pregiati sarcofagi d’importazione, realizzati da maestranze greche o microasiatiche, ben più rari e costosi rispetto alle coeve produzioni delle botteghe attive a Roma.
Le due opere raccontano di uno scambio culturale attraverso uomini, strade e percorsi, tra centro e periferia, tra il mondo microasiatico e attico, sedi delle migliori botteghe scultoree, e l’entroterra lucano in cui le ville costituivano il cardine della vita economica e culturale.
Insieme, i due sarcofagi permettono di ricostruire l’articolato panorama di relazioni sociali, politiche ed economiche della regione negli ultimi decenni del II secolo d.C., durante il regno di Marco Aurelio e di Commodo.
La ricorrenza di temi omerici sui due sarcofagi è in linea con il gusto e gli orizzonti culturali dell’epoca, la cui vita intellettuale era dominata dal movimento filosofico ed etico della Seconda Sofistica, per le vicende della Guerra di Troia e, più specificatamente, per la figura di Achille, paradigma di educazione eroica e di virtù.
Nella mostra le due opere si connotano quali speciali testimoni “parlanti” della storia del territorio in età romana e si caratterizzano come manufatti di straordinaria importanza non solo storico-artistica e archeologica ma anche e, soprattutto storica, territoriale e culturale nell’accezione più ampia del termine.
Infatti come il sarcofago di Rapolla, in esposizione permanente nel museo di Melfi, si connota come un’opera identitaria per la comunità locale, allo stesso modo il sarcofago di Atella, prestigioso prestito del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, partner speciale del progetto espositivo, si caratterizza come un’opera fortemente connessa al territorio e altamente attrattiva, soprattutto in considerazione del fatto che è stato esposto in Basilicata, a Barile, in tempi lontani, nel corso del 1800.
Il progetto espositivo rientra nel programma culturale Matera – Basilicata 2019.
Con la sua lunga durata, quasi annuale, vuole accompagnare oltre il 2019 il fervore culturale che ha caratterizzato questo anno speciale nell’intera regione e partecipare con le comunità di patrimonio ad un processo culturale proiettato nel futuro.
La mostra resterà allestita fino all’8 novembre 2020 (orari di apertura del Museo).
Questo l’invito.