L’Adoc di Basilicata torna, dopo tre mesi, ad interessarsi del Centro Unico di Prenotazione (CUP) della Regione Basilicata.
Come sottolinea, in un comunicato ufficiale, il Presidente Canio D’Andrea:
“A Novembre 2019 avevamo segnalato le attese prolungate per prenotare prestazioni sanitarie presso le strutture sanitarie di Basilicata.
Purtroppo né il Presidente della Giunta Regionale, Vito Bardi, né l’assessore alle Politiche della Persona, Rocco Leone, hanno preso in considerazione la nostra segnalazione come se i problemi dei lucani fossero solo di chi ce li ha.
Bel cambiamento!
Nei giorni scorsi abbiamo effettuato un nuovo monitoraggio per i tempi di attesa per prenotazioni al CUP.
Abbiamo rilevato che la situazione non è per niente migliorata.
Anzi, al contrario, le attese si sono allungate.
Ecco i dati:
- 1° chiamata, 05/02/2020: alle 17:49 – 96° in lista, la telefonata si è interrotta alle 18:24, eravamo 40° in lista. Dopo 35 minuti non siamo riusciti ad effettuare la prenotazione;
- 2° chiamata, 06/02/2020: alle 17:12 – 49° in lista, il nostro turno è arrivato alle 17:50 (38 minuti di attesa);
- 3° chiamata, 06/02/2020: alle 18:04 – 77° in lista, il nostro turno è arrivato alle 18:50 (45 minuti di attesa);
- 4° chiamata, 07/02/2020: alle 09:03 – 40° in lista, la telefonata si è interrotta alle 09:15.
Dopo 12 minuti eravamo 13°.
Questo solo per dire che il servizio va immediatamente migliorato.
Qualcuno ci ricorda che il CUP è appaltato ad un’azienda che ormai da anni lavora in regime di prorogatio e quest’azienda, considerato che non si sa se continuerà a svolgere nel futuro la stessa attività, non ha interesse a sostituire chi si ammala o va in infortunio o in maternità o si licenzia.
Per cui i lavoratori impiegati nel servizio sono sottodimensionati rispetto alle necessità e alle richieste di una popolazione lucana bisognosa di cure e forse gli stessi lavoratori sono stressati per il gravoso compito che devono svolgere.
Le responsabilità di tutto questo sono da addebitare alla classe politica e dirigenziale della Regione Basilicata che ancora tollera, da diversi anni, che lo svolgimento di questa attività sia svolta da aziende a cui è scaduto il contratto senza che la Regione abbia provveduto in tempo, come amministratori oculati avrebbero dovuto fare, a bandire una nuova gara e ad individuare un nuovo gestore.
Nel frattempo i cittadini lucani bisognosi di cure sanitarie attendono al telefono.
Uno spot televisivo di qualche tempo fa recitava ‘una telefonata allunga la vita’.
Sinceramente per i lucani, stare in attesa al telefono per prenotare servizi e prestazioni sanitarie, è solo un’attesa snervante, ingiusta e immotivata.
La classe politica ponga rimedio a questo scempio!”.