Il Centro di Salute Mentale Vulture-Melfese, in sinergia con politiche sanitarie di integrazione che favoriscono inclusione e lotta allo stigma, ha messo in cantiere un progetto culturale e di socializzazione.
Come si legge in una nota dell’Asp:
“Il progetto è stato condiviso con le amministrazioni di Venosa, Lavello, Ginestra, Montemilone, Banzi, Maschito, Forenza, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania e con l’Associazione familiari antistigma Alda Merini e prevede visite a musei e a mostre d’arte come prassi terapeutica per i pazienti affetti da disagio e patologia mentale.
Il museo a più voci, vuole essere un progetto che si inserisce all’interno di una filosofia in cui l’arte deve essere accessibile a tutti ed è compito delle istituzioni culturali e sanitarie costituire i presupposti affinché questo sia possibile, questo rientra tra ‘l’approccio Capacitante’, ponendo la comunicazione, la parola al centro della cura.
La scommessa è che l’arte intesa come esperienza culturale complessa, che va dalla visita a un’esposizione, alla fruizione guidata di un ‘opera, alla sperimentazione di tecniche per l’espressione del sé e del proprio mondo interiore a trovare la possibilità alternativa di comunicazione e di relazione con persone affette da sofferenza.
Non solo terapia farmacologica ma anche la bellezza e l’arte sono strumenti terapeutici per alleviare sofferenze mentali e fisiche.
In questa ottica di rete inclusiva e di approccio terapeutico innovativo che il 18 Febbraio si è organizzata visita alla mostra di Van Gogh a Salerno nel complesso di Santa Sofia con i pazienti affetti da disagio e malattia mentale, volontari e maestri d’arte.
Una mostra multimediale ed immersiva a 3D per far rivivere emozioni forti con luce e colori dell’artista olandese.
Questo è l’auspicio di speranza e di innovazione che contraddistingue il lavoro del Centro di Salute Mentale Vulture-Melfese”.