A Gennaio 2024 debutta il bonus per le “mamme lavoratrici”, misura inserita nella legge di bilancio che un paio di giorni fa è stata approvata in Senato e il 28 dicembre sarà all’esame della Camera.
Come spiega today “il bonus spetta alle lavoratrici dipendenti pubbliche o private assunte a tempo indeterminato, anche part time, che hanno almeno due figli.
Sono dunque escluse libere professioniste, dipendenti a tempo determinato, nonché tutte le lavoratrici che hanno solo un figlio.
La misura prevede uno sgravio del 100% dei contributi previdenziali fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, con una soglia massima di 3mila euro.
Per le madri con tre figli il bonus resterà in vigore fino al 31 dicembre 2026, mentre per chi ha due figli solo per il 2024.
Per ottenere la decontribuzione non dovrebbe essere necessario inoltrare alcuna domanda.
Il funzionamento del bonus è molto più semplice di quanto si pensi.
In sostanza le lavoratrici vengono dispensate dal versamento dei contributi previdenziali che generalmente sono circa il 9% della retribuzione annua lorda.
Va inoltre osservato che l’esonero dei contributi comporta giocoforza un aumento del reddito imponibile e dunque un piccolo incremento delle imposte.
In ogni caso il saldo sarà positivo e dal 1° gennaio le lavoratrici con più di due figli si troveranno con uno stipendio maggiorato.
Altroconsumo ha stimato che con una retribuzione lorda di 10mila euro annui il vantaggio fiscale sarà pari a 21 euro nette al mese.
Con uno stipendio lordo di 20mila se ne riceveranno in busta paga 33, che salgono a 47 per chi ha un reddito di 25mila euro.
E ancora: con 30mila euro di reddito ci sarà un aumento di 65 euro netti al mese e con 35mila di 73.
Sopra questa soglia il vantaggio fiscale sarà invece sempre pari a 32 euro mensili.
La relazione tecnica alla legge di bilancio 2024 stima che siano circa 800mila le donne interessate da questa misura.
Nel settore privato le mamme lavoratrici con due figli, di cui uno sotto i 10 anni, sono circa 571mila, mentre quelle con tre o più figli di cui uno minorenne, sono 111mila.
A queste vanno aggiunte le mamme lavoratrici dipendenti del settore pubblico, pari a un quinto di quelle del settore privato”.