Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Arnaldo Lomuti, M5S Basilicata:
“La rapina con fucili d’assalto e sequestro di persona avvenuta nella serata del 28 marzo ai danni di una azienda agricola nel territorio del comune di Lavello non può e non deve passare come un caso sporadico.
Esiste un vasto allarme sociale nel Vulture e Melfese e nell’alto Bradano che turba la pacifica e ordinata convivenza civile attraverso uno stillicidio di atti predatori, violenze e prevaricazioni.
E nel potentino le cose non vanno meglio.
L’insicurezza è il sentimento dei potentini che di fronte a una preoccupante serie di furti in appartamenti, addirittura in alcuni casi con la presenza dei proprietari.
Abitazioni messe a soqquadro e soprattutto intimità e privacy violate, lasciano nei cittadini un senso di abbandono e di vulnerabilità.
La Basilicata deve tornare ad essere quel territorio tranquillo dove chi fa impresa non deve temere atti di violenza come quella subita dall’imprenditore agricolo di Lavello e chi vive nel nostro territorio non deve temere di vivere serenamente nelle proprie abitazioni senza il rischio di svegliarsi di notte e ritrovarsi violenti criminali in casa.
Pare che quello sulla sicurezza sia un tema dimenticato o, al peggio, strumentalizzato per soli tornaconti elettorali.
Furti, rapine, incendi dolosi, spaccio, per non parlare di omicidi o tentati omicidi, sono reati che incidono sulla nostra sicurezza.
Per questo, il M5S ha portato avanti una grande battaglia per avere a Potenza una sede della DIA.
Chi ci criticava ritenendola una esagerazione oggi deve ricredersi.
Lo diciamo con la consapevolezza che c’è poco da rallegrarsi e che quella è e resta una vittoria amara perché ci consegna la consapevolezza che il problema sicurezza c’è ed è tangibile anche nella nostra terra.
La regione Basilicata deve rafforzare le risorse per stipulare protocolli per aumentare il livello di sicurezza urbana ed extra urbana la cui percezione spesso non corrisponde con la realtà.
Abbiamo il CPR di Palazzo San Gervasio che assorbe troppe unità tra le forze dell’ordine.
Il 50% della forza esistente nella questura di Potenza e nella Compagnia di Venosa viene impiegata quotidianamente nel CPR, sottraendo così risorse dal controllo del territorio.
Il CPR va chiuso. In alternativa andrebbe strutturato con personale proprio, mentre quello delle forze dell’ordine devono essere utilizzati al 100% nel controllo del territorio che oggi è ridotto a causa di impegni errati”.