Il 10 Settembre del 1231 l’imperatore svevo Federico II terminò il suo soggiorno a Melfi dopo una lunga permanenza, iniziata nel mese di Maggio, necessaria alla realizzazione dell’importante corpo di leggi noto come Costituzioni Melfitane.
Le Costituzioni, composte da 3 libri scritti in latino, furono la base del diritto del Regno di Sicilia fino al XVIII secolo.
In precedenza c’era il Codice di Giustiniano, al quale le Costituzioni in parte si ispiravano, così come guardavano alla tradizione araba e normanna.
Il senso di questo corpo di leggi era di regolamentare il vivere comune, di favorire l’economia, di ristabilire un ordine nella compagine sociale.
Per la prima volta venivano affrontate anche questioni di tipo sanitario, come la pulizia delle città.
Ai 255 Titoli contenuti nel corpo lavorò un’assemblea legislativa composta da Pier delle Vigne, notaio a Capua, Michele Scoto, filosofo e matematico scozzese, Roffredo di Benevento, nonché abati e arcivescovi di grande cultura come Giacomo Amalfitano, Arcivescovo di Capua, e Berardo di Castacca.