Ogni uomo di fede che passa sulla terra, nel suo cammino temporaneo verso il Cielo, lascia sempre tracce di se, importanti per chi lo ha conosciuto e chi ne seguirà l’esempio, come figli, nipoti, amici.
La conferma migliore è arrivata a Melfi, nel ricordare e celebrare una figura unica, straordinaria, quella del professor Giuseppe Matera a 40 anni dalla sua scomparsa.
L’occasione non è sfuggita al Direttivo dell’Istituto Bovio Sellitti di Melfi, che lo ha voluto celebrare con una messa officiata dal Vescovo di Melfi Don Ciro Fanelli, col Parroco della Cattedrale Don Raffaele Mecca, all’interno della Cappella di quella che è oggi scuola dell’infanzia ottimamente gestita dalle suore, e nei secoli punto di riferimento per chi doveva formarsi e crescere nella fede, come le figlie di famiglie nobili di Melfi e della zona, qui accolte, che studiavano e verificavano la possibile vita religiosa, passato di orfanotrofio per accogliere amorevolmente chi aveva perso i genitori in guerra o accadimenti di vita.
Di questa istituzione, per molti anni, è stato Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione proprio il professor Matera, nato a Gravina in Puglia ma per oltre 20 anni a Melfi, come docente di Applicazioni Tecniche presso l’ex Scuola di Avviamento Professionale, di cui è stato Vice Preside, che qui ha visto nascere i figli, Raffaella, Clara e Michele, fortificare la sua fede attraverso la Recita frequente del Santo Rosario, divenire punto fermo per la comunità, Presidente di Azione Cattolica della Diocesi, a stretto contatto con Vescovi e personalità di spicco di Basilicata e Puglia, membro autorevole della Confraternita San Vincenzo De’ Paoli, vicino a poveri e bisognosi.
Carità cristiana, una fede incrollabile, recita del Rosario, i valori forti dell’amore per Gesù, la famiglia, opere reali al servizio della Chiesa, alle necessità del prossimo, hanno fatto di Giuseppe Matera e della sua vita, esempio vero, forte, duraturo per tanti che lo hanno conosciuto, amato, apprezzato, seguito, tra essi il cugino Battista, che era con lui in Azione Cattolica, nelle riunioni, nella vita sociale e attiva nella città tanto da coinvolgerlo nella cooperativa edilizia per realizzare il sogno di una casa per se e la famiglia.
“Un vero testimone del Vangelo di Cristo, attraverso la sua vita, le opere al servizio della Chiesa, lo spazio alla preghiera grazie allo strumento del Santo Rosario più volte al giorno” così l’ha ricordato nell’Omelia Mons. Fanelli, che prima della benedizione ha lasciato spazio al ricordo del figlioccio nella fede Mariano, permettendo di fissare nelle foto, con figli, parenti, tanti amici che non hanno voluto mancare alla celebrazione, ricordi, gioie, momenti di commozione per il professor Matera, che a Melfi ha dato tanto.
Santo in terra e nella Gloria del Cielo, ricordo sempre vivo tra chi l’ha amato, come esempio dell’amore per Dio, la vita, la sofferenza che minò gli ultimi anni dopo il ritorno a Gravina, grazie a quel rapporto speciale con Dio attraverso “La Corona del Rosario” che è anche titolo del libro che lo ricorda, con foto, testimonianze, lettere, documenti autentici, frutto di ricerche e impegno del genero Gennaro, fatto stampare 20 anni fa da moglie e figli.