Anche quest’anno a Rapolla si è conclusa con grande partecipazione la festa in onore del Santo Patrono San Biagio.
Come fa sapere il Primo Cittadino Biagio Cristofaro:
“Si è conclusa la Festa Patronale di Rapolla, momento forte di spiritualità e aggregazione sociale, in cui ogni anno si innalzano al nostro San Biagio le preghiere della comunità.
Momenti emozionanti, come la consegna delle insegne Vescovili e le Processioni, che quest’anno hanno visto la presenza anche del Baby Consiglio, hanno fatto da sfondo a quella che per la nostra Amministrazione e tutta la Cittadinanza è la festa che più esprime una visione tradizionalista e di sacralità che si proietta al domani.
Viva San Biagio”.
Questa Lettera di ringraziamento del Parroco, Don Mauro:
“Carissimi,
anche quest’anno abbiamo potuto vivere la solennità di San Biagio, Vescovo e Martire, Patrono della nostra comunità e Compatrono della Diocesi di Melfi-Rapalla-Venosa.
Ci siamo preparati con la Novena, celebrata al mattino presso la Chiesa di San Francesco, alla sera presso la Chiesa di San Biagio, ancora con i bambini e i ragazzi del catechismo attraverso il triduo.
Tutte occasioni che ci hanno permesso di dare respiro alla preghiera comunitaria attraverso la celebrazione della Eucaristia che è il centro della nostra fede, come ci ricorda il Vescovo nelle linee triennali «nell’Eucaristia nasce e rinasce la Chiesa». Tutto il resto è si importante, ma secondario.
Altri momenti significativi sono stati la visita di San Biagio in contrada Piano di Croce, la Processione della Candelora che ci ha portato in Cattedrale e ci ha permesso di attraversare con agio buona parte del centro storico ed evidentemente le celebrazioni eucaristiche del giorno 3 e la Processione per le strade della nostra città, in particolare attraverso quella che denominiamo zona nuova.
Chiunque abbia partecipato alla celebrazione del 2 e a quelle del 3 ha potuto verificare con i propri occhi la ragionevolezza e l’opportunità di poter celebrare nella chiesa Cattedrale, chiesa evidentemente di importanza primaria per la vita e la storia della nostra comunità, chiesa che ospita, non dimentichiamolo, anch’essa una effige del nostro venerato santo.
Il Comitato, presieduto dal Parroco, a rimanere in Cattedrale, non da ultimo per ragioni sanitarie e di sicurezza, scelta fatta già lo scorso anno e per evidentissime ragioni durante le restrizioni della pandemia.
La celebrazione della Novena nella chiesa di San Biagio e l’apertura della stessa Chiesa per tutta la giornata del 3, fino a tarda serata, è evidente segno del riconoscimento dell’attenzione e del valore che questo luogo di culto ha per tutti i rapollesi.
Mi sia consentito ricordare che pia quando sarebbe stato possibile celebrare nella chiesa di San Biagio per l’allentamento delle
restrizioni della pandemia nessuno mi ha avvicinato per sollecitare tale scelta.
San Biagio ci ispiri a vivere l’appartenenza alla comunità sempre, in ogni occasione, durante tutti i momenti che l’intero anno liturgico ci offre, riscoprendo sempre più il valore della domenica, Pasqua della settimana.
Qualcuno ha ponuto dire che “certe cose non si cambiano” e che “si è fatto sempre cosi”.
Onestà intellettuale dovrebbe portare a dire che abbiamo tradito tutte le espressioni del nostro vivere in tutti i settori. Gli esempi potrebbero essere molteplici.
Se c’è un cambiamento è evidentemente per migliorare e perché ad un certo momento si fanno delle opportune valutazioni.
Nessuno animato da sana ragionevolezza direbbe, ad esempio, che i nostri giovani vanno via da Rapolla perché non hanno amore per il proprio paese, evidentemente si tratta di scelte legate al futuro professionale che impongono di vivere in città universitarie e con molta probabilità porteranno tanti nostri giovani a scegliere, purtroppo per chi invece vi rimane che ne avverte la mancanza e il senso di impoverimento, a vivere luoghi.
Niente è stato negato, ma solo ampliato e vissuto con il dovuto ordine che é l’espressione più bella della preghiera.
L’effige di San Biagio nella chiesa ad esso dedicata, nella chiesa di San Francesco, nelia chiesa Cattedrale, nel quartiere, lo scorso anno addirittura nella Cattedrale di Melfi, nelle nostre strade, dice l’auspicio e il desiderio che la vita di questo Santo sia da noi conosciuta e soprattutto imitata.
Se la festa patronale non ci spinge ad una maggiore adesione al Vangelo e ad una rinnovata espressione di preghiera a cos’altro servirebbe?
È allora l’occasione per dire grazie, in primis:
- al Comitato che si è speso per un congruo tempo nell’organizzare tutto (lavoro in gran parte invisibile agli occhi, ma reale e indispensabile),
- alla Amministrazione comunale per il Patrocinio e per il dono del Pastorale,
- a chi ha voluto donare la Croce pettorale e l’Anello, alle Autorità militari,
- ai portatori che hanno risposto generosamente all’appello,
- ai ministranti,
- al coro,
- alla protezione civile,
- alla famiglia Stante che ha ospitato il Santo,
- alle bande musicali coinvolte per la turnazione sorteggiata per quest’anno (“San Michele Arcangelo” e “Concerto bandistico Pasquale Cerone”),
- a quanti hanno con sincera devozione partecipato e contribuito alla buona riuscita di tutto quanto in programma.
La fede che pur si nutre di gesti semplici e di consuetudini non può ridursi a queste ultime, ma deve aprirsi ad accogliere l’annuncio liberante di Cristo morto e risorto per noi.
Senza questa prospettiva tutto sarebbe poco significativo e una semplice ripetizione di gesti, ma così non e e le espressioni della preghiera che avete dimostrato durante la Novena e le S. Messe ne sono
Una festa riesce se è frutto del concerto armonioso di chi, a vario titolo e con generosità, vi contribuisce.
Di queste collaborazioni abbiamo bisogno in ogni progetto in cui sentiamo di volere coinvolgerci per la crescita della nostra comunità, da tutti i punti di vista.
Grazie a tutti e a ciascuno!
Aumenta Signore la nostra fede”.