Organizzata, dall’Ufficio della Pastorale Sociale e legalità della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, in collaborazione con l’Associazione Libera, l’ANPI e la Rivista Reg. “Valori”, patrocinata dal Comune di Rionero in V. e dall’Ufficio Scolastico Regionale di Basilicata, si è chiusa al canto di “Bella Ciao” la vivace e bellissima manifestazione dal tema: “Giustizia Sociale – Condizione per Rinascere”.
La manifestazione ha avuto luogo a Rionero in Vulture il 29 settembre u.s., nella centralissima Piazza della Città, colma di giovani e giovanissimi studenti, accompagnati dai rispettivi insegnati provenienti dall’intera Area del Vulture.
Come fa sapere Gennaro Giansanti, già Assessore alla Provincia di Potenza:
“Una Piazza gremita come non si vedeva da mezzo secolo, quando i moti studenteschi, organizzati dai Comitati di Lotta degli studenti autorganizzati, da Nord a Sud affollavano quelle dell’intera Penisola, per rivendicare il diritto allo studio, contro la guerra in Vietnam, per il diritto al lavoro e la giustizia sociale.
Argomenti tutt’ora all’ordine del giorno, il diritto allo studio e al lavoro è gravemente compromesso, la guerra si sta combattendo alle porte dell’Europa, languono i diritti civili e sociali, il precariato e le disuguaglianze s’incrementano giorno dopo giorno, la povertà sta raggiungendo cifre insostenibili, si allarga sempre di più la forbice fra ricchi e poveri e la dignità della persona umana viene quotidianamente calpestata.
Insomma, ora come allora, la partecipazione attiva alla vita politica e sociale si rende indispensabile, affinché l’auspicata rinascita prenda corpo e la giustizia sociale possa trionfare.
In sintesi, sono stati questi gli argomenti trattati dagli oratori, dal Sindaco Mario Di Nitto a S.E. Mons. Ciro Fanelli, a Claudia Datena Dirig. Dell’Ufficio Scolastico regionale, a Don Marcello Cozzi, delegato CeB presso l’Osservatorio Regionale sulla criminalità, a Giulio Pedota, rappresentante della Consulta studentesca della Provincia di Potenza. Ma gli argomenti di cui sopra, sono stati sviscerati con grande maestria, competenza e passione civile da Don Luigi Ciotti, Presidente Nazionale di Libera “Nomi e Numeri contro le mafie”, che amo definirlo il Catto-Comunista impegnato da decenni contro le mafie di ogni risma, contro i soprusi del potere politico ed economico, per elevare la coscienza civile e politica delle masse, a partire proprio dall’impegno verso i più giovani, ritenuti a giusta ragione la speranza per un futuro migliore.
Un discorso articolato di circa 50 min, non un comizio di propaganda politica, ma una esemplare lezione didattica all’aperto, impartita a insegnati e studenti per risvegliare la loro coscienza civile sul tema cruciale della giustizia sociale sempre più avvilita dall’arroganza del potere politico, economico e mafioso imperante.
E’ difficile sintetizzare in poco spazio il lungo e appassionato discorso di don Ciotti, fra ripetute pause tendenti a sottolineare non solo i tratti salienti della sua arringa, ma anche l’importanza del silenzio quando necessita l’ascolto, per meditare e riflettere, sapere ascoltare l’altro, sapere ascoltarsi, altrimenti – sottolineava – i discorsi diventano solo parole al vento. Con queste parole ha saputo con garbo creare la massima attenzione per la sua lezione, “disturbata” dal vociare dei più giovani studenti, richiamando, fra l’altro i loro educatori: – E voi Professori, Professoresse, Maestri e maestre aiutate i vostri allievi, ragazze e ragazzi a distinguere da quando possiamo scherzare, cantare, gridare a quando siamo chiamati ad ascoltare e riflettere.
Così il silenzio domina la Piazza e Don Luigi con parole semplici e comprensibili ripercorre i dettagli sull’immigrazione, sull’accoglienza e la solidarietà verso persone costretti ad emigrare, per sfuggire a guerre e povertà, alla ricerca di speranza.
Ai giovani lancia un monito: – Diffidate di chi parla di voi e non parla con voi, sappiate distinguere fra i bravi educatori e i seduttori – poi elogia i professori che fanno della loro professione una vocazione, – sono sue le parole – pur fra limiti e disfunzioni di una scuola pubblica che va difesa e migliorata alla stessa stregua della Sanità Pubblica e universalistica, sorretta con i sacrifici dei suoi operatori. Vanno difesi e migliorati questi due pilastri della costituzione, vanno messi al centro della nostra attenzione.
I seduttori – riprende – vi vogliono suggestionare con mille parole studiate a tavolino, gli educatori vi vogliono rendere persone libere. Non mettete in vendita la vostra libertà! – esclama don Luigi, addentrandosi, poi, nel groviglio tra legalità e illegalità, sottolineando che la legalità mette radici in terre fertili di responsabilità, quindi – aggiunge – non dobbiamo diventare professionisti della lamentela, ma assumerci anche noi la nostra parte di responsabilità.
I cambiamenti che noi desideriamo devono partire da ciascuno di noi – ha affermato don Ciotti – la legalità non è il solo obiettivo, bisogna coniugarla con la democrazia la giustizia sociale, la casa, la scuola la sanità, la giustizia ambientale – poi continua – non ci può essere legalità senza uguaglianza.
Bisogna operare una rivoluzione delle nostre coscienze!
Dopo aver ripercorso i temi della solidarietà, dell’accoglienza, della guerra della povertà e del tradimento sulla mancata applicazione della Costituzione e ritornato più volte sul tema della responsabilità, l’organizzazione e la partecipazione attiva alla vita politica e sociale affermando che la responsabilità è la spina dorsale della democrazia, la responsabilità che dobbiamo sentire tutti, laici e cristiani ha ribadito don Ciotti, è la scommessa della libertà.
Assumiamoci questa responsabilità e auguriamoci che nel nostro Paese non cresca la politica della forza, ma la forza della politica.
Oltre ad una lezione didattica per i giovani studenti, l’arringa di don Ciotti ha rappresentato un messaggio forte per le forze progressiste e democratiche per un impegno di rinascita”.