Si intitola “Storie di musica ritrovata” l’evento che l’Associazione Vulcanica di Rionero in Vulture dedica ai racconti sonori accomunati dalla maledizione dell’incompiuto.
Venerdì 21 aprile 2023 Vulcanica ospita nel Centro per la Creatività Visioni Urbane di Rionero Roberto Ottolino, Pierluigi Argoneto e Vania Cauzillo nell’ambito delle iniziative del Vulcanica Sound and Family, uno dei progetti speciali della rosa culturale dell’Associazione.
Cosa accomuna il sound designer di una multinazionale giapponese ad un eclettico contrabbassista americano?
Cosa rende simile la vita di un compositore di origini messicane a quella di un radiologo lucano?
Sono in realtà tutti artisti diventati fantasmi, uomini diventati famosi a loro insaputa, magari dopo la morte, magari mentre vivevano una vita lontana dai riflettori e dalla musica.
Pierluigi Argoneto, scrittore e direttore del Festival della Divulgazione dialogherà con Roberto Ottolino, pubblicitario, consulente di comunicazione e docente di scrittura creativa, autore del libro Ghost Notes – Racconti di musica perduta, per provare a comprendere come il caso, le suggestioni, spesso le vocazioni artistiche e ancora più spesso un destino ineluttabile, ri-scrivono le regole del talento e le biografie di artisti geniali.
A seguire, la regista lucana Vania Cauzillo introdurrà la proiezione del documentario prodotto da Jump Cut Trento “Il mondo è troppo per me | La storia di Vittorio Camardese” , lungometraggio dedicato alla storia del precursore del tapping, particolare tecnica musicale per chitarra e basso.
Chitarrista talentuoso, lucano timido e riservato, Vittorio Camardese è stato un genio della musica che ha scelto di non essere un genio, medico radiologo di giorno, amico dei grandi del jazz dopo il tramonto, viene riconosciuto come inventore del tapping su chitarra classica solo dieci anni dopo la sua morte.
Spiega il direttore artistico Vincenzo Paolino:
“Ci piace ospitare eventi che raccontano l’arte e la rendono viva, come la rassegna di musica e teatro per bambini “Papillons” che si è appena conclusa, oltre a lavorare alla realizzazione del nostro Vulcanica Live Festival che nei mesi estivi porta nel Vulture nomi importanti della scena artistica nazionale e internazionale.
Questo appuntamento, in particolare, nasce dalla volontà di raccontare quanto, molto spesso, la vita ci porta lontano dal talento di cui ci dona la natura e di come però le nostra abilità innate riescono sempre a trovare la strada per uscire allo scoperto, a volte anche dopo la fine della nostra esistenza.
Sono temi molto cari alla nostra Associazione che da molti anni cerca di coltivare talenti attraverso le sue attività dedicate a tutte le fasce d’età”.
Si ringrazia la casa di produzione cinematografica indipendente Jump Cut che ha sostenuto l’evento”.
Vulcanica Associazione Culturale
Ispirati dallo studio dell’arte nei suoi più importanti confini il gruppo è specchio e immagine delle svariate personalità che lo rappresentano. Influenze letterarie, musica progressiva, jazz e minimalismo condizionano il percorso artistico che si fonde pienamente nell’acronimo francese A.I.R. amour-imagination-réve che riveste tutte le attività dell’Associazione Vulcanica, il cui nome deriva dalla terra natia dove impera un vulcano spentosi 130mila anni fa. Amore come fusione di desiderio e passione, Sogno come suggestione e Immaginazione come futuri possibili. A.I.R. è inoltre inteso dal gruppo nella sua accezione inglese di “aria” e “in onda”.
Roberto Ottolino è nato nel 1985. Vive tra Roma e Milano, lavorando come autore pubblicitario, consulente di comunicazione e docente di scrittura creativa.
Dal 2006 suona il basso elettrico nei Driven To Tears, storica tribute band capitolina dei Police.
È autore dei saggi Ghost Notes. Racconti di musica perduta (Arcana, 2021) e #Freestyle.
L’arte dell’improvvisazione dagli oracoli allo streaming (Hoepli, 2022). Ghost Notes – Racconti di musica perduta Dischi postumi, brani incompiuti, misteriose sparizioni, ambiziosi progetti mai portati a termine: il grande libro della musica è pieno di pagine mai completate.
Preziosi racconti sonori andati perduti per volontà di un destino imperscrutabile, di coincidenze sorprendenti, o a volte persino per decisione degli stessi autori, un viaggio impossibile alla scoperta di tutto ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
Vania Cauzillo, 1984, lucana, racconta storie attraverso il cinema documentario e l’opera contemporanea sperimentando sulla co-creazione con le comunità.
“Il mondo è troppo per me” la storia di Vittorio Camardese” è il suo ultimo lavoro.
Per il programma ufficiale di Matera Capitale europea della cultura 2019 ha ideato e prodotto la prima community opera italiana, Silent City, unico caso studio di performance completamente accessibile.
In Europa, in qualità di Vice-chair del network Europeo RESEO si occupa da anni di advocacy sui temi dell’inclusione e del gender gap nelle arti performative dei più grandi teatri d’Opera europei.