Si è tenuto oggi a Roma al MIMIT, il tavolo ministeriale sul settore dell’automotive con tutti gli attori della filiera del settore.
Racconta in un comunicato l’ufficio Stampa Nazionale di FIM CISL:
“Il Ministro Urso, in apertura ha sottolineato come l’industria dell’automotive sia strategica per il nostro Paese e fatto il punto sui risultati dell’eco-bonus.
Secondo il ministro il “Piano Ecobonus 2024” ha soddisfatto quattro, dei cinque obiettivi che si era dato ovvero: transizione ecologica, rottamazione, sostegno alle persone e ai redditi medio bassi, mentre il quinto obiettivo, ha sottolineato il ministro, che ci proponevamo con Piano, insieme ai produttori e alla filiera e cioè, quello di aumentare la produzione delle auto prodotte in Italia, non è stato raggiunto, anzi si è riscontrato un aumento della Cassa integrazione.
Proprio per queste ragioni, il ministro è intenzionato a rimodulare il piano incentivi auto.
Il fondo automotive dispone di 750 mln per il 2025, 1 mld per il 2026 e 1 mld per gli anni successivi fino al 2030.
L’idea, ha detto Urso, è quella di realizzare una programmazione triennale del Piano, anche sulla base delle politiche europee sul settore, valutando strumenti agevolativi ulteriori che verranno dall’UE.
La priorità, dovrà essere quella del sostegno alla filiera della componentistica del settore, agevolando quella europea.
Il Ministro ha poi parlato della necessità d’insediamento di un’altra casa automobilistica, confermando l’interlocuzione con diverse case di produzione cinesi a partire da Dongfeng.
Ha anche ricordato, la firma della Presidente del Consiglio Meloni, nella recente visita in Cina, di un memorandum con il Ministro cinese dell’industria che prevede una collaborazione industriale su tecnologia ibrida e mobilità elettrica e ad oggi sarebbero tre le case automobilistiche interessate.
Nella seconda parte di agosto – ha poi detto – una missione tecnica del MIMIT tornerà in Cina per avere altre interlocuzioni con altre case di produzioni cinesi.
Il Ministro ha poi precisato di aver inviato un documento al Gruppo Stellantis rispetto al rallentamento dell’investimento su Termoli e sulla situazione dei siti produttivi Italiani.
Stellantis si è resa disponibile ad riaprire l’interlocuzione dopo la pausa estiva per riaggiornare il piano industriale anche alla luce dei nuovi scenari e politiche europei sul settore.
Stellantis è intervenuta confermando il Piano e la centralità dell’Italia nelle strategie mondiali del Gruppo, insieme all’obiettivo di portare ad 1 milione di veicoli la produzione entro il 2030.
Per il Segretario generale FIM Ferdinando Uliano:
“una riunione come quella di oggi sarebbe stata utile se oggi avessimo davanti a noi la sottoscrizione di un protocollo per il settore, purtroppo dopo un anno non è così.
Penso che la situazione che abbiamo davanti nel settore è complessa e va approcciata in maniera sistematica, pena: il fallimento.
Servono politiche industriali che guardano a tutti gli attori del settore, utilizzando l’approccio che abbiamo messo in campo con i tavoli di lavoro sul settore da dicembre 2023 a marzo di quest’anno.
Tavoli che hanno prodotto indicazioni per azioni di ampio respiro di politica industriale per il settore, a partire da due temi fondamentali: localizzazione delle produzioni, la riduzione del costo dell’energia e quello degli ammortizzatori sociali. Su quest’ultimo, nel 2025 sia l’indotto, che Stellantis esauriranno gli ammortizzatori sociali, se non si interviene per tempo ci saranno licenziamenti di massa.
Per questo va ripreso quel metodo di lavoro e gli elaborati già fatti e vanno messi in campo gli strumenti di politica industriale necessari, a partire dalla predisposizione di interventi significativi sul rafforzamento dell’offerta e della riconversione industriale del settore coinvolto enormemente dalla transizione, fino ad oggi gli incentivi sono andati solo per la domanda all’acquisto.
Rispetto a questo approccio c’è un altro pezzo di ragionamento che va fatto con il Gruppo Stellantis per capire se il calo produttivo (siamo passati da 750 mila veicoli nel 2023 a 500 mila veicoli nel 2024 con gli incentivi) è dovuto ad un calo ciclico del mercato o qualcosa di strutturale su cui bisogna agire nel più breve tempo possibile.
E’ fondamentale quindi confermare le assegnazioni di nuovi modelli che abbiamo acquisito nei confronti avuti con Stellantis, ma anche la possibilità di individuare ulteriori investimenti che devono essere in coerenza con l’obiettivo di produzione di 1 milione entro il 2030.
Il nostro obiettivo è mettere in sicurezza tutti i Plant e gli oltre 40.000 occupati del gruppo Stellantis e dell’indotto.
È necessario inoltre avere delle certezze rispetto all’investimento della giga-factory a Termoli e le garanzie per la salvaguardia industriale e occupazionale di Comau”.