L’estate 2024 si sta caratterizzando ancora una volta come il momento migliore per guardare dentro il mondo dei Lucani fuori dalla Regione, grazie alle azioni messe in campo di concerto dal Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo aderente alla CIM, con i Comuni lucani, il progetto di Paesi e Radici, l’importante sostegno del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.
Un’azione che segue quella già avviata negli scorsi anni con il prologo quest’anno dei grandi eventi della Giornata dei Lucani nel Mondo e del Premio La Perla che hanno sancito ed evidenziato il ruolo di figure importanti nei diversi settori della vita sociale ed economica nel nome della lucanità, in Italia e nel Mondo.
Eventi seguiti dalle riflessioni avviate a Maratea, a Paterno, a Colobraro e ancora nelle prossime settimane, a Maratea di nuovo, Accettura, Viggianello, Pescopagano (con la grande adunata dei Pescopaganesi nel mondo), Sant’Ilario, Marsico Nuovo, Fardella, Satriano e Tito, con l’intermezzo dell’evento mondiale di San Fele il prossimo Sabato 27.
Si tratta cioè di guardare dentro le storie dei lucani di rientro, ascoltarne le testimonianze, le ragioni di un ritorno ed anche di una scelta fatta di un mordi e fuggi che lascia poco spazio, al tema principale su cui bisognerebbe interrogarsi invece di pensare a raccontare solo storie di processioni e produzioni di vecchi piatti gastronomici.
La battaglia contro lo spopolamento, avrà proprio nell’evento di San Fele e poi di Viggianello, il suo elemento di approfondimento attraverso le storie della nuova emigrazione che rischia di segnare pesantemente il futuro della nostra regione, a leggere i dati ultimi pubblicati nelle settimane scorse del Sole 24 Ore.
Storie che avevamo già individuato e riconosciuto con la inaugurazione del Museo di Lagopesole nel 2017/18.
A tutto ciò, aggiungiamo la crisi di identità del modello associativo dei nostri lucani e non solo che, anche qui secondo un recente sondaggio del CGIE (il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) segna il passo perchè ai giovani di terza e quarta generazione interessa la multiculturalità, l’integrazione con le comunità in cui vivono, in Italia e nel Mondo, ed il confronto si esplica con la frequentazione solidale di altre comunità.
Per questo rilanciamo il progetto de “Il Cantiere della memoria” che raccolga le testimonianze dei nostri emigranti degli anni 50 e 60/70 a confronto con quella dei nostri nuovi protagonisti del viaggio che ci auguriamo sia sempre fatto di ri-tornanze e re-stanze, passando per il mancato rispetto del diritto al voto dei nostri corregionali, che alimenta il distacco dalla terra natìa.
E se a San Fele andremo nel cuore del racconto di vita di americani di successo, a Viggianello cominceremo ad analizzare il progetto da mettere in campo per combattere lo spopolamento alimentando la ricerca delle origini e delle radici e rinnovando il patto con i giovani figli di lucani che vogliono formarsi e crescere nella nostra regione.