A VENOSA “TIRA UNA BRUTTA ARIA, FATTA DI INTIMIDAZIONI E MINACCE!”, A DIRLO…

In un comunicato stampa, il del consigliere comunale di Venosa, avv. Arturo Raffaele Covella, denuncia fortemente gli atti di violenza che verrebbero da tempo perpetrati a discapito della libera espressione.

L’incendio scoppiato all’interno della tipografia “Il gufo”, avvenuto appena pochi giorni fa, sarebbe, secondo la sua testimonianza, l’episodio più recente di una lunga serie di attentati non solo all’incolumità pubblica, ma al diritto di pronunciarsi senza censure alcune all’interno di una comunità civile.

Di seguito la nota che riassume il pensiero del consigliere:

“È da tempo che la nostra comunità ha perso il senso della legalità e, nonostante si preferisca da parte dei ben pensanti girare la testa per non guardare, purtroppo, i fatti ci mostrano una situazione molto preoccupante.

Sono anni che interessi personali inquinano le vicende politiche del nostro Comune, anni che si formano cordate di faccendieri pronti a candidarsi o a mettere fantocci in lista solamente per perseguire interessi di parte che nulla hanno a che vedere con l’interesse pubblico della nostra comunità.

Si aggiunga che negli ultimi anni la Giunta venosina e lo stesso Consiglio comunale hanno inventato nuove categorie di interesse pubblico per elargire favori a elettori, pur di rimanere saldamente ancorati a poltrone che sono diventate con il passare del tempo il simbolo della vergogna.

Un quadro sconcertante che evidenzia una dilagante mancanza di trasparenza e un perseverare nell’illegittimità da parte di amministratori, gruppi di potere, faccendieri, centri di interesse.

L’ultimo episodio in ordine di tempo che ha mostrato la gravità della situazione nella nostra città è rappresentato dal tentativo di incendio perpetrato a danno di una tipografia di Venosa.

Un attacco mirato ad una cooperativa che opera nel territorio di Venosa, rea di essere anche il luogo di lavoro di un cittadino divenuto scomodo per qualcuno negli ultimi mesi.

Premetto che non ho alcuna simpatia per il signor Duino e che in passato abbiamo avuto non pochi motivi di scontro anche forte.

Premetto che le mie posizioni politiche sono molto lontane dalle sue.

Ma, fatte queste premesse, non posso non condannare con forza quanto accaduto, perché è un gesto contro la libertà di pensiero e di espressione di tutti noi.

Oltretutto, se proviamo a guardare un po’ indietro nel tempo, vedremo come non si tratta di un episodio isolato, tutt’altro.

Puntualmente infatti nella nostra comunità si registrano vili attentati contro autovetture o abitazioni o studi di politici locali o semplicemente contro persone che cercano di esprimere liberamente la loro opinione.

Un fatto gravissimo che va stigmatizzato e che andrebbe condannato pubblicamente anche dall’amministrazione comunale.

Purtroppo, il silenzio della Giunta di Venosa è più che significativo e rappresenta un atto molto grave.

In questo contesto avvelenato occorre avere il coraggio di denunciare, occorre avere il coraggio di prendere una posizione chiara e di schierarsi dalla parte della legalità.

Al di là delle persone coinvolte, ogni atto di delinquenza, perpetrato da chicchessia va condannato con forza.

La comunità di Venosa deve imparare a non sottovalutare nessun tipo di comportamento illecito e gli amministratori comunali dovrebbero condannare ogni atto che rappresenta un attentato alle libertà di parola e di espressione.

Ricordare che uno dei capisaldi di una democrazia sana è proprio la difesa della libertà di pensiero, anche quando le idee che vengono espresse non sono gradite da chi detiene il potere, occorre allora interrogarsi sullo stato della democrazia e della legalità nel nostro Comune.

Purtroppo, tira una brutta aria nella comunità venosina, un’aria pesante fatta di intimidazioni, di minacce velate, di avvertimenti inviati mediate terze persone.

Quest’aria va combattuta e questi comportamenti vanno fronteggiati facendo muro e unendosi, mentre troppo spesso prevale il silenzio e la connivenza da parte di chi a parole, ma solo a parole, si fa paladino della buona politica”.