Il segretario generale della Femca Cisl Basilicata, Francesco Carella, interviene sulla nuova organizzazione del lavoro in Acquedotto Lucano.
Il sindacalista parla di “ritorno al passato” e contesta il fatto che:
“nonostante i ripetuti incontri, dove le organizzazioni sindacali hanno dato massima disponibilità al confronto costruttivo, l’azienda ha assunto un atteggiamento unilaterale adottando provvedimenti senza il necessario approfondimento così come concordato con le organizzazioni sindacali”.
Per Carella:
“le problematiche non riguardano solo il modello organizzativo ma più in generale le relazioni sindacali all’interno dell’azienda”.
Tra i punti maggiormente contestati dalla Femca Cisl e messi nero su bianco in documento, il ricorso “discriminatorio” allo straordinario, la corresponsione arbitraria di emolumenti, indennità e promozioni; l’assenza di risposte da parte dell’azienda alle esigenze di flessibilità dei lavoratori che potrebbero essere soddisfatte con il ricorso a strumenti previsti dal contratto nazionale come il part time, lo smart working e il fondo di solidarietà; la scarsa attenzione al tema della sicurezza; infine, la modifica al regolamento di assunzione del personale che, sostiene Carella:
“in sostanza attribuisce ad Acquedotto Lucano tutto il potere decisionale in base a disposizioni in materia di diritto privato”.
Osserva il segretario della Femca:
“I risultati di questa gestione sono sotto gli occhi di tutti e trovano conferma nel mancato raggiungimento degli obbiettivi fissati per il 2018, forse non raggiungibili neanche nel 2019.
In Acquedotto Lucano servirebbe un cambiamento radicale, sia nelle persone che nei metodi, e invece si assiste al ritorno in auge di chi ha prodotto risultati non brillanti nel passato, con buona pace dei discorsi sulla meritocrazia e sulla competenza”.
Per Carella:
“è prioritario e improcrastinabile addivenire ad un tavolo di discussione che metta in evidenza lo stato attuale dell’azienda al fine di valutare le proposte migliorative per il personale dipendente interessato.
Per tali motivi è necessaria che la discussione approdi al tavolo della Regione Basilicata, in qualità di socio di maggioranza della società.
In assenza di risposte l’unica strada sarà la dichiarazione dello stato di agitazione”.