Intensa e significativa la visita del nuovo vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, monsignor Ciro Fanelli, al Crob di Rionero.
Giunto nella struttura attorno alle 10:15, ha visitato dapprima i pazienti dell’Hospice, portando loro una parola di conforto. Un momento intimo, delicato in un luogo in cui la sofferenza necessita la massima discrezione.
Il vescovo è stato accolto dal personale sanitario e amministrativo, dal direttore generale Giuseppe Nicolò Cugno e dal direttore sanitario Sergio Maria Molinari.
È seguita la visita agli uffici della direzione e al centro dialisi.
Poi la benedizione del presepe (allestito nei pressi del ticket) realizzato da “Mondino Presepi” e donato da Michele Di Palma, membro dei “Volontario del sollievo”, che opera al Crob.
Alle 11:00 circa la Santa Messa nell’Auditorium “Cervellino”, concelebrata assieme a don Francesco e don Biagio.
Durante la celebrazione eucaristica monsignor Fanelli ha dichiarato:
“Non c’è solo la sofferenza dei pazienti ma anche dei parenti. È nell’amore di Dio che dobbiamo rifugiarci, oltre che nella scienza che in questo luogo opera per alleviare i tanti dolori.
Il primo sintomo di una malattia non è il dolore fisico ma la debolezza, il bisogno di aiuto.
Nella sofferenza c’è un valore di fronte al quale bisogna inchinarsi perché quel valore è il volto di Dio. Cristo si è sempre accostato agli ammalati, ne ha guariti diversi, ma quanti sono riconoscenti dei doni di Dio?
La gratitudine è una moneta esistenziale fondamentale, senza di essa noi ci spegniamo, non ci sentiamo amati.
C’è differenza tra guarire e curare: non tutte le patologie possono essere guarite ma tutte possono essere curate. Oltre alla medicina bisogna portare l’amore”.
Al termine della messa don Francesco, che ha fatto le veci del cappellano del Crob, frate Lenzo, assente per un lutto in famiglia, ha ringraziato il vescovo per la visita che significa tanto per tutti coloro che vivono quotidianamente la struttura.
Il direttore generale Cugno ha dichiarato alla redazione:
“Per il Crob questa visita è di vitale importanza. Concordo con le parole del vescovo pronunciate durante l’omelia: c’è bisogno di amore, soprattutto in luoghi difficili come un ospedale.
Speriamo che possa tornare presto a trovarci e di coltivare in maniera costruttiva una bella collaborazione”.
Di seguito le foto della visita: