L’ospedale di Melfi continua sempre più a collezionare successi.
Dopo le bellissime storie raccontate dalle neo mamme Marialuisa e Lucia poco più di una settimana fa un nuovo elogio è giunto al Reparto di Ostetricia, Ginecologia e Neonatologia del Punto Nascita di Melfi: la lettera di ringraziamento del marito di una paziente che ha raccontato l’esperienza di parto presso il nosocomio federiciano.
Grande merito del sacrificio enorme dei pochi operatori sanitari ormai rimasti.
Il Punto Nascita (apprezzato anche nella vicina Matera, in Puglia e Campania) costituisce, infatti, un presidio di fondamentale importanza, anche grazie all’ammodernato con i lavori di ristrutturazione che lo hanno reso un reparto di ultima generazione.
Necessita però di nuovo personale medico e sanitario in modo da garantire qualità ed efficienza.
Dal 2018 il Punto Nascita di Melfi ha registrato un aumento dei parti (384), dopo un sensibile calo avvenuto negli anni precedenti, con il minimo di 366 parti nel 2017.
Alla luce di ciò, si fa sempre più urgente la richiesta di far arrivare altri operatori sanitari in supporto per evitare situazioni critiche.
A lanciare l’allarme per questa situazione, in cui il personale medico è sottoposto a un enorme carico di lavoro, è Gino Giorgetti, consigliere Regione Basilicata (Gruppo Misto):
“Esattamente 7 anni fa (giugno 2016) l’Asp rassicurava “Non vi sarà nessuna chiusura e/o ridimensionamento dell’Ospedale di Melfi”.
Evidenziata, tuttavia, “la difficoltà nel reclutamento del personale” determinate “dalla mobilità del personale verso la Puglia e la Campania, che hanno reso possibili le assunzioni prima bloccate dai piani di rientro”.
Dopo 7 anni non solo il problema persiste ma ora i cittadini del Vulture-melfese sono preoccupati perché nel frattempo il primario e due dirigenti medici si sono trasferiti altrove riducendo ulteriormente l’organico di Ostetricia e Ginecologia e si chiedono: cosa accadrebbe se – ancor di più alla vigilia delle ferie – un solo medico si ammala?
Il punto nascita di Melfi potrebbe essere temporaneamente chiuso?
Ho rappresentato il problema non solo all’assessore alla Salute ma anche al Presidente Bardi dopo aver ascoltato le istanze dei cittadini e della maggior parte degli operatori sanitari.
Le proposte che ho ricevuto sono incentrate, sostanzialmente, alla richiesta, rivolta all’azienda ospedaliera San Carlo, di avviare le procedure per l’assunzione di nuovi ginecologi e pediatri e nel mentre, come soluzione tampone, stipulare accordi con le cooperative di medici per l’invio a Melfi di altri ginecologi “a gettone” per la copertura di alcuni turni.
Qualunque sia la scelta, pretendiamo una soluzione, che non può più essere rimandata.
Una soluzione definitiva affinché, non solo sia scongiurata l’ipotesi di una chiusura anche solo temporanea ma che garantisca un migliore servizio alle donne che possa incrementare il numero dei parti nel nosocomio melfitano, che ad oggi si attesta a poco meno di 500 nascite e senza più mettere a rischio la salute di mamme, nascituri e personale medico di Ostetricia e Ginecologia sottoposto a un enorme carico di lavoro ancor più in regime di urgenza e di emergenza”.
Non dimentichiamo mai quanto sia bello il miracolo della vita e quanto siano professionali i nostri medici, le nostre ostetriche, gli infermieri e tutto il personale sanitario che con premura, passione e ospitalità, accolgono i loro pazienti.