Più assunzioni per i giovani diplomati degli Its negli enti locali, con possibilità di stabilizzazione, per rafforzare le competenze tecniche nella Pubblica amministrazione.
Come spiega quiFinanza, l’obiettivo del decreto legge sul reclutamento, che oggi arriverà in Consiglio dei ministri, è quello di rendere la Pa più attrattiva, in particolare per i giovani.
Presentato dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, il provvedimento prevede l’istituzione di concorsi unici centralizzati presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, destinati all’assunzione di personale a vari livelli, dai funzionari alle elevate professionalità e anche dirigenti.
Un concorso unico sarà attivato anche per un singolo posto.
Tuttavia, rispetto alle bozze precedenti, sono stati esclusi alcuni punti, come la riserva del 10% delle facoltà assunzionali per esperti di digitale, e i dirigenti di prima fascia rimarranno fuori dai concorsi centralizzati.
Cambia anche l’approccio verso i segretari comunali: è stata eliminata la norma che prevedeva la cancellazione dall’albo dopo cinque rifiuti di una nuova destinazione.
Il decreto punta inoltre a una gestione più efficiente dei concorsi, affidandola alla Commissione per la riqualificazione delle Pa, e introduce una procedura di mobilità volontaria per coprire almeno il 15% dei posti vacanti.
Il decreto mantiene la possibilità di reclutare diplomati Its come funzionari a tempo determinato, con la prospettiva di stabilizzazione dopo un percorso formativo che li porterà alla laurea, grazie al programma Pa110 e lode.
Tra le disposizioni previste, figurano le decine di assunzioni autorizzate per l’Arera, alcune delle quali destinate alla stabilizzazione, lo sblocco di risorse per le progressioni economiche negli enti di ricerca e le nuove norme sull’accertamento dell’idoneità psicofisica per l’accesso nei ruoli della Polizia di Stato.
Sul fronte dell’organico, si prevede un incremento di 200 unità nelle strutture territoriali del ministero dell’Interno per far fronte alle pratiche dell’immigrazione, oltre al finanziamento del fondo per l’incentivazione del corpo dei Vigili del fuoco.
Inoltre, viene rafforzata la commissione Ripam, incaricata di gestire i concorsi unici per la Pubblica Amministrazione.
Tra le misure di maggiore rilievo spicca la mobilità volontaria nei concorsi, che diventa obbligatoria solo per una quota dei posti disponibili.
Ma anche l’assunzione di tecnici del digitale, in linea con gli obiettivi del Pnrr, attraverso contratti di apprendistato e la valorizzazione dei diplomati Its, con l’obiettivo di colmare il gap di competenze tecnologiche nella Pubblica Amministrazione.
Tuttavia, il settore pubblico fatica a competere con le offerte del privato, dove le retribuzioni per i professionisti del digitale sono generalmente più alte e più vantaggiose.
Più strutturale è invece l’intervento per armonizzare i trattamenti economici tra amministrazioni centrali e Agenzie, con misure urgenti volte ad aumentare le risorse destinate ai ministeri, nel tentativo di ridurre il divario retributivo rispetto agli enti che offrono condizioni più favorevoli.
Fp Cgil e UilPa criticano il decreto, accusandolo di favorire la precarizzazione del lavoro pubblico.
Florindo Oliverio, segretario nazionale della Funzione pubblica Cgil, afferma:
“Il sistema ideato dal ministro costringerà migliaia di precari, che hanno svolto ruoli essenziali nella macchina amministrativa, a ripartire da zero, senza garanzie di continuità“.
Anche la UilPa esprime preoccupazione.
Il segretario generale Sandro Colombi avverte:
“Il blocco del turnover nella legge di Bilancio e il massiccio aumento del precariato ridurranno le capacità assunzionali della Pa”.
Inoltre, i ministeri dovranno risparmiare 1,7 miliardi di euro entro il 2026, mentre le retribuzioni restano inferiori rispetto ad altri Paesi europei: un infermiere italiano guadagna 30 mila euro in meno all’anno rispetto a un collega tedesco, e un funzionario dell’Agenzia delle Entrate tra i 15 e i 17 mila euro in meno.