Finalmente riprendono i lavori di scavo presso il sito paleolitico di Atella, che versava in uno stato di abbandono da diversi anni.
Questo grazie ad una partnership tra le Università di Parigi, Siena, Napoli e della Basilicata, nonché grazie al patrocinio fornito dalla Soprintendenza dei Beni Culturali della Basilicata e dal Museo Archeologico Nazionale di Melfi.
I lavori prevedono innanzitutto il consolidamento del sito che consentirà di procedere ad una nuova campagna di scavi di almeno 4 anni.
Questi insediamenti paleolitici furono scoperti dal prof. E. Borzatti nel 1971 quando fu invitato dal direttore del Museo Archeologico di Potenza, F. Ranaldi, ad eseguire ricerche nel territorio compreso fra Rionero in Vulture e Castel Lagopesole.
È lo stesso prof. Borzatti a spiegare cosa è stato ritrovato:
“Le prime indagini vennero effettuate al Tuppo dei Sassi (oggi Serra Pisconi) ove furono rinvenute delle pitture rupestri. Gli scavi nel sedimento presente nel sito misero in luce un complesso litico Mesolitico di facies Castelnoviana, al tempo inedito per la Basilicata.
Sistematiche investigazioni, protrattesi per 20 anni (1971 – 1990) e condotte con l’avvicendamento di circa 30 collaboratori, hanno accertato che le presenze preistoriche sono numerose e coprono ininterrottamente un lungo lasso di tempo: dal Paleolitico Inferiore (Acheuleano Inferiore, circa 700.000 anni fa) fino agli inizi del Paleoltico Superiore (di facies Castelperroniana, 32.000 anni fa); a queste presenze fa seguito una lacuna di frequentazioni umane che cessa circa 7.500 – 7.000 anni fa, quando gli ultimi cacciatori mesolitici e le successive genti sedentarie iniziarono ad abitare ininterrottamente il territorio fino a giungere ai tempi storici, seppure con intensità e modalità diverse.
Nonostante tutto le ricerche hanno messo in evidenza delle realtà assolutamente inedite di Homo erectus (o H. antecessor)”.
ll Prof. Borzatti, attualmente è in pensione, ma non ha abbandonato questo interesse dei sito archeologico di Atella, ha dato mandato ad una sua tesista il compito di continuare gli studi sul sito di Atella.
Inoltre, l’amministrazione comunale, come ai tempi del prof. Borzatti, ha messo a disposizione degli archeologi gli alloggi della scuola materna.