Domenica 6 Maggio si rinnova il tradizionale appuntamento con la Festa regionale della Madonna del Sacro Monte di Viggiano.
Migliaia i pellegrini provenienti da tutta la regione e dalle regioni limitrofe raggiungeranno il Sacro Monte per venerare la Vergine.
I festeggiamenti in onore della Regina e Patrona della Lucania (che il popolo lucano ha voluto innalzare a Patrona), rappresentano un’occasione singolare nella quale la comunità regionale può ritrovare la sua memoria e la sua identità più autentiche.
Da secoli e secoli ogni prima Domenica di Maggio la Madonna Nera di Viggiano, Patrona e Regina delle Genti Lucane, ascende al suo Sacro Monte.
Qualcuno dice che la sua presenza aleggiasse già nelle città romane di Grumentum e Venusia durante le prime predicazioni evangeliche, ma molto probabilmente il suo culto risale all’arrivo dei monaci basiliani dall’Oriente, ecco il perché del suo volto olivastro.
Pare che la prima volta che la Statua venne portata in cima ai 1725 metri del monte di Viggiano fu per sfuggire al «barbaro furore» dei Saraceni, intorno all’anno Mille.
Dopo qualche lustro (ormai c’erano i Normanni) la Statua fu ritrovata da alcuni pastori grazie alla regolare apparizione di certi strani fuochi in un determinato luogo e fu riportata in paese, collocandola in una cappella che venne, poi, ampliata e trasformata nel sontuoso Santuario urbano di oggi, orgoglio della Lucania tutta.
Contemporaneamente, anche nel luogo del ritrovamento, sulla sommità del Monte (detto, poi, “sacro”), veniva eretta una Cappella, dove la statua veniva portata ogni prima domenica di maggio e da cui veniva ripresa ogni prima domenica di settembre.
La Madonna stessa, attraverso frequenti prodigi, aveva dimostrato di voler stare con la sua gente sia durante l’estate, nei campi e sui monti, per i lavori della pastorizia e dell’agricoltura, sia durante l’inverno, quando essa si ritirava in paese a causa del tempo poco favorevole.
Nacque, così, l’abitudine di accompagnare, la prima Domenica di Maggio, la statua della Madonna Nera (racchiusa nel suo prezioso scrigno) verso la “dimora estiva”, nella Cappella a 1700 m di altitudine. Durante la faticosa ascesa, i pellegrini, cantando e pregando, nonostante una strada moderna permetta di arrivare in pullman o in auto non lontanissimo dal Santuario, ascendono a piedi, spesso scalzi, recando sul capo trofei di fiori e candele, elevando canti, suppliche e ringraziamenti alla Madonna nera.
Di seguito il programma.