Dopo gli attentati terroristici in Europa, il livello di guardia è stato innalzato in tutti i siti: dalla nostra regione arriva la richiesta del comitato “I non pendolari di Basilicata”, secondo il quale:
“Il sistema di videosorveglianza non funziona, malgrado la Stazione sia un punto di snodo in cui transitano 1 milione di passeggeri l’anno.
Telecamere fuori uso in stazione, la gente chiede maggiore sicurezza.
Anche lo stesso sottopasso ferroviario che collega il centro della città alla vecchia zona industriale non è sorvegliato dall’occhio elettronico e spesso attraversarlo durante le ore notturne diventa un rischio a causa della presenza di immigrati o senzatetto che vi stazionano.
Le poche luci accese in città sono collegate direttamente con il comando della Polizia Locale: anche se non c’è una persona fissa addetta al controllo dei filmati, questi vengono proiettati di fronte alla postazione degli agenti municipali e sono, dunque, sempre sotto controllo nelle ore diurne.
Riprendono anche di notte ma, per adesso, la Polizia Locale non effettua turni notturni.
Per capire l’importanza che rivestono i filmati, basti pensare che ne usufruiscono i Carabinieri e la Polizia di Stato per effettuare arresti in flagranza di reato o per rintracciare autori di reati penali.
Alle telecamere spente si aggiungono le cinque installate a Ferrandina e mai entrate in funzione, e quelle mai installate in stazioni come:
- Metaponto;
- Potenza Superiore;
- Potenza Macchia Romana;
- Rionero;
- Melfi;
dove gli atti di vandalismo sono all’ordine del giorno, così come gli episodi di spaccio, prostituzione e microcriminalità.
Occorrerebbe prendersi la briga di convocare una conferenza dei servizi con i soggetti interessati per fare un punto della situazione in modo da ricavare un quadro chiaro e completo, per poi tornare in commissione trasparenza e poterne discutere nuovamente.
A quel punto occorrerà prendere una decisione politica e stabilire se procedere con la manutenzione di quelle già esistenti, se incrementarle o se risolvere il contenzioso e rimandare una soluzione al problema”.