Dopo tre anni di sospensione per le restrizioni dovute al Covid19, torna finalmente a Barile la tradizionale Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo.
Un rito popolare che affonda le sue radici nei secoli passati, quando le comunità dell’epoca avvertivano ancora più diffusamente il bisogno di vivere e onorare la propria fede cristiana in ogni occasione e circostanza.
Il periodo della Pasqua, oltre che naturalmente quello del Santo Natale, è sempre stato uno dei più attesi e sentiti dai credenti barilesi sia come esigenza interiore di rinascita spirituale e riconciliazione con se stessi e con gli altri, sia perché consente di partecipare direttamente alla Passione e alla Resurrezione di Cristo proprio attraverso la Via Crucis con personaggi viventi (Mesiona).
La Processione dei Misteri del suggestivo borgo Arbereshe, oltre a essere una delle più antiche e famose della Basilicata e del Meridione d’Italia (alcune fonti datano i suoi esordi intorno alla seconda metà del 1600), si differenzia da tutte le altre per la sua caratterizzazione etnica-sacra-antropologica dovuta alla presenza di alcune figure tipicamente orientaleggianti come il Moro (il dileggio, l’effimero e l’indifferenza) e la Zingara (la lussuria, l’ostentazione di ricchezze e la facilità di costumi).
A tale imprescindibile e significativo aspetto storico e identitario si aggiunge quello più squisitamente introspettivo e religioso, immediatamente percepibile attraverso il grande pathos emotivo suscitato dai suoi verosimili e imperscrutabili 116 personaggi.
Fra quelli principali:
- il Cristo con la Croce e gli altri due incappucciati, uno con la canna e l’altro legato alla colonna,
- la Madonna,
- Veronica,
- Santa Marta,
- Samaritana,
- San Pietro,
- San Giovanni,
- Giuseppe d’Arimatea,
- Maria Maddalena,
- la madre di Giovanni Apostolo,
- il Cireneo e Ponzio Pilato attorniato da tre piccoli liberti e da quattro Pretoriani.
Fra gli altri non meno importanti Caifa e Anna con i Sacerdoti del Sinedrio, i tre Centurioni a cavallo muniti di un corno per richiamare il popolo a raccolta, quello col tamburo che scandisce il tempo del fatale incedere, i soldati romani che scortano armati il Nazareno, il Malco incappucciato e legato con pesanti funi, destinato a vagare per il mondo senza pace per aver schiaffeggiato Gesù, le Tre Marie (Magdala, Cleofe e Salomè), le Pie Donne, le portatrici della Sacra Sindone, le giovani fanciulle con lo Stendardo simboleggiante i 33 anni di Cristo e una serie di angioletti vestiti di bianco, col calice eucaristico o con altri simboli sacri a testimoniare l’innocenza e la purezza della fede.
Tutto il corteo si snoda per le vie del paese in un meditato silenzio interrotto soltanto dalle toccanti note della banda che, insieme alle statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata portate a spalla, fanno ulteriormente commuovere l’ammutolita e partecipe folla di gente accorsa da ogni dove.
I momenti più strazianti del lungo e penoso percorso sono sicuramente le tre dolorose cadute del Cristo con la Croce, quello in cui Veronica gli asciuga il volto patito e l’ultimo e irrimediabile sguardo fra la Vergine Maria e suo figlio, il Dio fattosi uomo per la salvezza e la remissione dei peccati del mondo.
Afferma convinto Don Davide Endimione, Parroco della Chiesa di Santa Maria delle Grazie:
“Sarà una Processione vissuta all’insegna della rinascita, della fede e della consapevolezza ritrovata da parte di ciascuno e di tutti”.
A fargli da eco è Angela D’Andrea, Presidente dell’Associazione Sacra Rappresentazione di Barile:
“C’è sempre stata condivisione e compenetrazione sia da parte dei giovani chiamati a vestire i panni delle tante figure evangeliche e delle poche pagane, ma anche e soprattutto dell’intera comunità che nel dramma del Golgota rivive da una parte le sofferenze della propria esistenza terrena e dall’altra la speranza di riscatto e redenzione”.