Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Vizziello:
“La misura contenuta nella legge di bilancio che stanzia 235 milioni di euro per far sì che gli studi dei medici di base possano dotarsi di apparecchiature per la diagnostica di primo livello rappresenta il primo passo di una riforma significativa della medicina generale, in grado di migliorare la presa in carico dei pazienti, soprattutto di quelli affetti da malattie croniche, contribuendo al contempo a smaltire le liste di attesa e a superare la criticità degli accessi inappropriati al Pronto Soccorso.
Basta recarsi nella sala d’aspetto di un medico di medicina generale per rendersi conto dell’enorme flusso di assistiti, per lo più anziani affetti da patologie croniche, che considera il cosiddetto medico di famiglia il primo contatto con il sistema sanitario e prevedere la possibilità per i medici di base di avere a disposizione elettrocardiogrammi o dispositivi per l’ecografia o la spirometria, può contribuire a migliorare la sostenibilità economica dei sistemi sanitari e favorire l’appropriatezza delle cure.
In Italia, ogni anno, si fanno quasi 12 milioni di Ecg e se qualche elettrocardiogramma si fa dal medico di base è naturale che lo stesso accertamento non verrà fatto nella struttura pubblica o in quella privata, con conseguenze positive tanto sul fronte dei costi del sistema sanitario, quanto su quello dei bilanci delle famiglie, costrette spesso a ricorrere al privato o all’intramoenia per ottenere in tempi ragionevoli determinate prestazioni.
Secondo la relazione tecnica allegata alla Legge di Bilancio i medici di famiglia che operano da soli nello studio avranno a disposizione 10 mila euro per l’acquisto dei dispositivi diagnostici, mentre quelli che fanno parte di studi aggregati potranno contare su una dotazione finanziaria di 12 mila euro, risorse la cui erogazione sarà disciplinata da un decreto del Ministero della Salute da emanare entro il 31 Gennaio 2020.
Se la prudenza è d’obbligo, dal momento che il provvedimento è ancora all’esame del Parlamento e necessita di un decreto ministeriale attuativo, non possiamo non sottolineare come si tratti di una misura che va nella giusta direzione della valorizzazione dell’attività clinica dei medici di medicina generale e quindi considerarlo il primo step di un percorso di presa in carica globale e di approccio multidisciplinare, in grado di rispondere al meglio alle esigenze di salute dei cittadini”.