Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Coordinamento Libera Basilicata:
“Trentacinque anni di dolore, di misteri, di omissioni.
Trentacinque anni da quella notte che spezzò per sempre la vita di due ragazzi giovanissimi, Luca Orioli e Marirosa Andreotta, trovati senza vita nel bagno della casa di lei a Policoro.
Erano due giovani, non un’entità astratta sintetizzata in ‘fidanzatini di Policoro’; erano due vite, due storie, con le loro esperienze e con i loro sogni.
Ricordare ancora quell’accadimento, oggi, non è solo un esercizio di sacrosanta Memoria.
E’ un grido che continua ad echeggiare nonostante i silenzi, gli sguardi altrove.
Perché su quella vicenda non si è mai conosciuta tutta la verità.
Come abbiamo più volte ribadito non ci convince il percorso giudiziario che ha approdato ad un giudizio contestabile.
Un percorso accompagnato da un contesto sociale che, nella maggior parte dei casi, ha avvallato questi silenzi e ha cercato, fortunatamente invano, di portare al silenzio chi ha sempre urlato la sua sete di verità e di giustizia.
Olimpia, mamma coraggio, che ha raccolto i pezzi del suo cuore straziato per avere la forza che solo chi si vede strappare un figlio può avere.
Rinnoviamo il nostro appello affinché il caso possa essere non solo riaperto, ma affrontato utilizzando nuove tecnologie che, finalmente, riescano a raccontare elementi che già esistevano nella loro evidenza ma che possano essere confermati per scrivere un capitolo di verità.
‘Due giovani che sono stati stroncati nel pieno della loro primavera e che hanno perso la vita all’inizio di una primavera hanno il diritto che gli vengano restituite verità e giustizia- dice don Marcello Cozzi presidente della Fondazione Interesse Uomo Onlus.
Un diritto che nessuna legge può annullare neanche il diritto all’oblio di quelle mani che hanno tolto loro la vita.
Perché la responsabilità di chi si è reso colpevole, di chi ha omesso e chi ha depistato resta in eterno e va oltre le aule dei tribunali'”.