“Di oggi una mia nota al presidente della Regione Basilicata Bardi e agli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente, al fine di sollecitare un aumento degli interventi per l’emergenza cinghiali.
Anche alla luce del recente confronto tra ministero dell’Agricoltura e Regioni, in cui queste ultime hanno portato all’ascolto del Governo la crescente situazione di emergenza sanitaria e hanno più volte ribadito le difficoltà che le Amministrazioni locali devono affrontare quotidianamente, ritengo utile continuare in questa direzione al fine di ottenere ulteriori misure di contenimento e contrasto all’emergenza cinghiali”.
Lo sottolinea il consigliere regionale del gruppo Lega, Gianuario Aliandro, per il quale:
“È necessario adottare, per quanto nelle facoltà e nelle prerogative del massimo Ente territoriale regionale, misure di contrasto ancora più incisive e performanti e, al contempo, richiedere strumenti ancor più immediati, efficaci e risolutivi, quale ad esempio, in prima battuta, l’impiego della forza pubblica nei territori comunali in cui l’emergenza è maggiormente impattante e fuori controllo.
Pur essendo costantemente in sinergia con il Commissario straordinario, Vincenzo Caputo, per l’emergenza PSA e pur avendo messo in campo misure ed atti amministrativi volti a migliorare lo stato delle cose permane ancora un disagio e un pericolo costante per la popolazione e per le aziende lucane del comparto agricolo e del comparto zootecnico.
Aumentano, infatti, gli avvistamenti nei centri abitati, le incursioni nelle aree attrezzate e nei parchi gioco e sono sempre più gravi i danni provocati dalle scorribande indisturbate degli ungulati alle colture.
In particolare la Val d’Agri è allo stato attuale, l’area della Regione Basilicata che più di altre sta pagando lo scotto del sovradimensionamento della specie cinghiale sul territorio.
Alla luce di questo e rifacendomi alla volontà del Commissario straordinario alla PSA che, con provvedimenti normativi e attuativi già adottati o di imminente emanazione, ha di fatto sancito le linee guida per i Piani di gestione della specie cinghiale, in termini di depopolamento, diradamento ed eradicazione anche nelle aree protette, sono a sollecitare l’adozione di tutte le azioni possibili, ivi compresa l’attività di caccia di selezione anche nelle aree dei Parchi, come già sta avvenendo e come deve continuare ad avvenire in modo più corposo.
Nel concreto sono a chiedere che ai cacciatori selecontrollori venga riconosciuto un equo ristoro in ragione dei costi sostenuti nell’abbattimento, che si provveda alla fornitura di ‘chiusini’ per gli agricoltori, con incentivi per l’installazione, la gestione e la raccolta dei cinghiali abbattuti soprattutto in collaborazione con il Servizio Veterinario, e che si preveda un Bando per i Comuni che riconosca loro finanziamenti per l’acquisto e l’installazione di specifiche gabbie/trappole.
Auspico, in sostanza, un ulteriore sforzo aggiuntivo, con un’attenzione alta al problema, anche valutando un allungamento straordinario di due mesi del calendario venatorio.
Abbiamo tutti il dovere di dare risposte concrete, in termini di prevenzione e repressione, ai nostri cittadini e ai nostri agricoltori perché la sicurezza pubblica, la salubrità dei luoghi e gli equilibri dell’economia locale sono un patrimonio da salvaguardare”.