In merito all’aumento delle tariffe del servizio idrico integrato, l’assessore all’Ambiente ed Energia della Regione Basilicata, Gianni Rosa, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione:
“Sull’aumento delle tariffe dell’acqua, i cittadini devono essere informati che non è stata una scelta volontaria ma obbligata, condizionata da una situazione drammatica ereditata dal passato.
E soprattutto non è una scelta definitiva.
Tutte le azioni che abbiamo messo in campo porteranno ad un prossimo abbassamento delle tariffe.
Spiace dover essere ripetitivo.
Spiace dover parlare, ancora, di una passata gestione che stiamo cercando di superare e di dimenticare.
Essere però attaccati da quelle stesse persone che, con le loro azioni o peggio ancora omissioni, sono state determinanti nel causare quella situazione, mi costringe a dover riprendere le fila del discorso per spiegare ai cittadini lucani le amare scelte che siamo costretti a fare per tenere in piedi la Basilicata.
Non dobbiamo girare intorno al problema: la Regione e tutti i suoi Enti strumentali sono un unico sistema, un corpo che deve essere guardato nel suo insieme non solo sotto il profilo delle funzioni ma anche sotto quello finanziario.
Accanto a questa premessa ne dobbiamo fare un’altra, anch’essa fondamentale: l’abitudine del centrosinistra di spendere soldi che non aveva e di risolvere i problemi strutturali di questo sistema facendo debiti, è divenuta con gli anni insostenibile.
Per essere banali, per anni, la ‘famiglia Regione’ guadagnava 1.000,00 euro e ne spendeva 2.500,00.
Dopo 20 anni, cosa resta?
Lo sfacelo; sfacelo per recuperare il quale tutti dobbiamo fare sacrifici.
E nonostante questo sfacelo ereditato, il Governo Bardi ha riconfermato il contributo di 20 Milioni di euro ad Acquedotto lucano comprensivo di quello per l’erogazione del bonus acqua alle famiglie in disagio economico.
Lo ha riconfermato mettendo in campo anche delle richieste di attività di risanamento e tagli di spesa.
Con Delibera di Giunta regionale (la N. 929/2019), infatti, la Regione, prima di chiedere sacrifici ai cittadini, ha posto all’Ente una serie di obbiettivi di efficientamento, tra i quali:
- la riduzione dei costi del personale e dei costi dell’energia,
- attività di implementazione tecnologica dei contatori elettronici e relativo efficientamento di fatturazione,
- di contrasto alla dispersione della materia idrica e relativo efficientamento,
- di recupero crediti esigibili come tali qualificati nel bilancio 2019.
Nell’anno 2020, le attività richieste dal Governo regionale ad Acquedotto Lucano hanno portato nelle casse dell’Ente circa 10 milioni tra tagli di spese e incassi aggiuntivi.
Si tratta ovviamente di azioni a lungo termine che hanno solo iniziato a dare frutti.
Milioni di euro non si recuperano in una manciata di mesi.
L’aumento delle tariffe, quindi, non è stata la prima scelta di questo Governo regionale ma l’ultima spiaggia per risanare un ente il cui fallimento avrebbe gravato ancora di più sulle spalle dei cittadini.
La situazione di criticità di Acquedotto Lucano risale almeno agli anni 2014 – 2015.
La tariffa determinata per gli anni 2016-2019, calcolata sulla base dei costi del 2014, ad un’analisi scrupolosa è risultata sottostimata di oltre 6 Milioni di euro poiché non erano stati presi in considerazione tutti i costi di gestione effettivamente sostenuti da Acquedotto Lucano e che costituiscono elementi per la determinazione della tariffa stessa.
Non appena accertata tale incongruenza, il gestore si è attivato per la rideterminazione, informando ampiamente l’assemblea dei soci.
Chi ha governato prima non poteva non sapere.
E non potevano non sapere i Comuni soci.
Per questo ci dispiace assistere a certi teatrini da parte di personaggi che dovrebbero quantomeno dimostrare la saggezza del silenzio in certe situazioni.
Come pur dispiace l’atteggiamento di alcuni Sindaci, durante l’Assemblea dei soci di EGRIB, che per strumentalizzazioni politiche, come è stato pure ammesso, o per piccoli campanilismi, pensano che il ricorso a ‘mamma Regione’ possa essere ancora invocato senza ripercussioni.
È un metodo egoista e sbagliato.
Quello stesso metodo che oggi ci ha portato a dover metter in campo politiche restrittive che coinvolgono tutti.
Politiche che partono dalla razionalizzazione degli Enti, dai tagli di spesa e che solo come ultima istanza, quando inevitabile, ricadono sui cittadini.
Sono scelte sofferte che in passato nessuno ha mai avuto il senso di responsabilità di prendere, preferendo sperperare e mettere la testa sotto la sabbia.
Sono scelte del buon amministratore che finora non c’è mai stato in Basilicata.
Sono scelte, però, che coraggiosamente stiamo prendendo per avere in futuro bilanci sani e enti che funzionano.
È una strada in salita perché i risultati non sono immediati ma saranno duraturi.
Consegneremo una Basilicata sana”.
Ecco i criteri e modalità per la determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato:
“TARIFFA 2020-2023
La determinazione della tariffa deve contemperare le istanze sociali connesse alla fruizione di un servizio pubblico essenziale, la tutela ambientale volta alla sostenibilità ed al contenimento della dispersione idrica con gli interessi generali derivanti da una gestione efficiente. Per effetto dei diversi obiettivi sociali ed ambientali pertanto, i criteri di calcolo delle tariffe tengono conto di una pluralità di voci: costi di funzionamento, investimenti, tasse, manutenzioni etc, nonché accantonamenti relativi alle perdite sui crediti.
L’Autorità (ARERA) ha approvato il Metodo Tariffario Idrico per il periodo regolatorio interessato da applicare per la determinazione delle tariffe per gli anni 2020/2023; successivamente l’Ente di Governo d’Ambito, EGRIB, quale organo deputato alla predisposizione della tariffa, ha determinato il moltiplicatore tariffario per gli anni 2020/2023 e la relativa tariffa, da trasmettere all’Autorità ai fini della relativa approvazione.
Con l’assemblea dei soci dell’EGRIB dell’8 giugno 2021 è stata approvata la nuova articolazione tariffaria che prevede un incremento pari a:
- 8,5% per il 2020
- 5,8% per il 2021
- 1,50 % per il 2022
- 0,6% per il 2023
I suddetti incrementi si traducono di fatto in un aumento di circa € 5 annuo per ogni componente del nucleo familiare che, tuttavia, come specificato più avanti, con alcune azioni potrebbero essere calmierati.
Nel gennaio 2020 sono state rappresentate dalla governance di Acquedotto Lucano ai soci sia le criticità riscontrate nella gestione del servizio idrico integrato, sia le azioni ritenute utili e strategiche per il raggiungimento dell’equilibrio economico e finanziario da conseguire necessariamente per previsione legislativa e regolamentare.
La delicata situazione di tensione finanziaria del gestore è determinata: (i) dall’esiguo ammontare del capitale sociale effettivamente versato in denaro di circa undici milioni di Euro; (ii) dai notevoli crediti che il gestore vanta, sia nei confronti degli utenti privati che nei confronti del sistema pubblico (id est Consorzi di bonifica, Consorzi Industriali, Amministrazioni comunali etc.); (iii) dalle diseconomie di scala che incrementano i costi del servizio stesso in modo congenito a causa della estensione del territorio gestito (circa 10.000 kmq), della sua particolare orografia, dell’elevato numero di centri abitati a bassa densità abitativa (57 abitanti/kmq).
Una gestione ottimale del servizio idrico integrato impone che lo stesso sia improntato a criteri di efficienza, efficacia ed economicità garantendo:
- il rispetto del vincolo dell’equilibrio economico-finanziario;
- la copertura attraverso la tariffa del servizio idrico integrato di tutti i costi necessari alla gestione operativa del servizio e alla realizzazione degli investimenti funzionali allo stesso.
A partire dal 2012, la gestione del servizio idrico integrato è soggetta alla regolamentazione dell’ARERA che ha profondamente modificato, nell’ambito della normativa di settore, la regolamentazione applicabile. Il Metodo Tariffario Transitorio (MTT) per il periodo 2012-2013, e il successivo Metodo Tariffario Idrico (MTI), hanno introdotto il meccanismo ispirato al criterio europeo del “full cost recovery” e della previsione del Vincolo dei Ricavi Garantiti – VRG – che, anche attraverso meccanismi di conguaglio, opera nell’interesse dell’equilibrio economico-finanziario del gestore. Detto principio, infatti, fa si che ogni maggior costo o risparmio che il gestore sostiene in un anno sia interamente recuperato con la tariffa (in aumento o in diminuzione) del secondo anno successivo all’evento (aumento o riduzione costi). Recenti modifiche al sistema tariffario, inoltre, prevedono meccanismi compensativi per tener conto anche delle perdite su crediti, particolarmente rilevanti in alcuni ambiti territoriali tra i quali quello di competenza di Acquedotto Lucano.
Con l’approvazione del piano d’Ambito 2013/2032, per gli anni 2013 e 2014, è stata sancita l’esclusione dal servizio idrico integrato della gestione dei grandi adduttori dei cui oneri si è fatta carico la Regione Basilicata, contenendo in questo modo la tariffa a carico degli utenti. Per gli esercizi 2013 e 2014, l’onere a carico della Regione per il suddetto servizio si attestava a complessivi Euro 54 milioni comprensivi di IVA.
Tale impostazione è stata, successivamente, modificata per effetto di quanto previsto dall’art. 37 della legge regionale n. 5 del 2015 e dalla conseguente Deliberazione n. 399 del 31 marzo 2015 in base alle quali le opere afferenti la grande adduzione, a decorrere dal 01/01/2015, sono ritornate nella titolarità del servizio idrico integrato, introducendo un meccanismo per il riconoscimento di un contributo regionale alle famiglie.
Il nuovo assetto del servizio idrico integrato (con la gestione in capo ad Acquedotto Lucano degli adduttori regionali) ha, quindi, reso necessaria la rideterminazione della tariffa per l’esercizio 2015 da parte della Conferenza Idrica Interistituzionale, sottoposta alla successiva approvazione dell’AEEGSI.
La Regione Basilicata, al fine di contenere il costo della bolletta delle famiglie, anche a seguito del ritorno alla gestione degli adduttori da parte del gestore, a partire dall’anno 2015, ha previsto l’erogazione di un contributo alla gestione pari a 18,6 milioni di Euro/annui: rapportando tale importo ai mc di acqua erogati annualmente, la tariffa viene calmierata per circa 0,50 Euro/mc. Tuttavia, come è evidente, il contributo regionale è risultato inferiore di circa 4 milioni di Euro rispetto all’onere sostenuto direttamente dalla Regione per la gestione degli adduttori, nel biennio precedente (2013-2014), con una inevitabile ricaduta sull’equilibrio finanziario del gestore.
In aggiunta al contributi regionale relativo alla gestione del servizio idrico, la Regione ha stabilito un ulteriore contributo di 1,4 milioni di Euro/annui destinato alle famiglie disagiate (Cd bonus idrico). Annualmente, l’Ente di Governo d’Ambito provvede a pubblicare il bando per il riconoscimento agli utenti aventi diritto secondo quanto previsto dal disciplinare di attuazione della norma regionale che ha istituito tale contributo: l’eventuale residuo (derivante dalla mancanza di domande da parte degli utenti disagiati), va ad integrare il contributo alla gestione e, quindi, a calmierare la tariffa a beneficio di tutti gli utenti. Si ricorda che nel febbraio 2020 la Giunta regionale ha incrementato anche i valori massimi ISEE per consentire una maggiore partecipazione delle famiglie disagiate all’agevolazione.
Nel corso degli ultimi mesi dell’anno 2019, è stata espletata da parte del gestore una disamina accurata sull’applicazione delle differenti metodologie tariffarie deliberate dall’ARERA (prima AEEGSI e, prima ancora, AEEG) in ordine alla modalità di determinazione e quantificazione nei periodi regolatori 2012-2013, 2014-2015, 2016-2019 delle componenti tariffarie.
Dalla disamina di cui sopra è emerso che la tariffa determinata per gli anni 2016-2019 è stata calcolata senza riflettere tutti i costi di gestione degli adduttori effettivamente sostenuti da Acquedotto Lucano; infatti nella citata elaborazione tariffaria non è stato ricompreso interamente il costo degli adduttori in quanto nella tariffa del 2014 il servizio di adduzione non era contemplato perchè non formalmente in capo al gestore. Non appena accertata tale incongruenza, il gestore si è da subito attivato, d’intesa con l’Ente di Governo d’Ambito, con l’ARERA al fine di trovare idonee soluzioni, dandone ampia informativa all’assemblea del gennaio e giugno 2020. Pertanto, l’incremento tariffario dell’anno 2020 rispetto alla tariffa del 2019, riflette, principalmente, il corretto riconoscimento dei costi sostenuti per la gestione del servizio dell’intero Ambito.
La peculiarità che caratterizza il SII della Basilicata è l’estensione del territorio servito e, quindi, dei costi per la gestione delle molteplici infrastrutture (captazione, adduzione, distribuzione, collettamento e depurazione) rispetto ai soli 36,7 milioni di mc erogati alle utenze della Regione.
Infatti il rapporto tra costi riconosciuti in tariffa (VRG) e volumi erogati, determina la tariffa media dell’anno di riferimento.
L’incremento tariffario del 2020 pertanto è stato determinato partendo dai costi effettivamente sostenuti dal gestore compresi anche i costi relativi alla quota parte degli adduttori (circa questi ultimi pari a 5 milioni di euro). Inoltre l’incremento ha tenuto conto dell’apposita istanza di riequilibrio economico-finanziario attraverso la quale il gestore ha richiesto il riconoscimento di una maggiore percentuale di accantonamento al fondo svalutazione di crediti dei Consorzi di bonifica ed altre pubbliche amministrazioni risalenti ai primi anni di gestione.
Tuttavia, atteso che il Metodo Tariffario prevede un meccanismo di conguaglio, positivo o negativo, di alcune componenti di costo o di ricavo, da recuperare dopo due anni, si rappresenta che, già a partire dal prossimo anno 2022, sarà possibile abbattere la tariffa attuale attraverso le seguenti modalità:
- utilizzo delle somme residue (non utilizzate) pari a 2 milioni di Euro rivenienti dal bando bonus idrico chiuso al 31/12/2020 destinato alle famiglie disagiate di cui non si è potuto tenerne conto nell’attuale determinazione tariffaria: a titolo esemplificativo per una famiglia di 4 componenti e con un consumo di 150 mc/anno, nella prossima rimodulazione tariffaria ci sarà una riduzione di circa 0,055 €/mc (circa un terzo dell’incremento annuo);
- riduzione della tariffa con la restituzione in bolletta di costi impropriamente addebitati da AQP negli ultimi anni: nelle predisposizioni tariffarie relative al periodo 2016/2019 l’Autorità Idrica pugliese ha deteminato un maggior costo sulla tariffa applicata da Acquedotto Pugliese per la fornitura dell’acqua potabile in alcune aree della Regione Basilicata incidendo sulla tariffa lucana; tuttavia la Regione Basilicata ha costituito un tavolo di discussione per riequilibrare tali maggiori costi rispetto a quanto previsto nell’Accordo tra le due Regioni nel 2010 in materia di scambi della risorsa idrica. Tale azione permetterà una riduzione della tariffa con la restituzione in bolletta di costi impropriamente addebitati da AQP negli ultimi anni per importi significativi oltre ad una riduzione annua tariffaria pari a circa 0,03 €/mc.
- Riduzione dei costi di gestione del gestore: in data 13 dicembre 2019 la Regione Basilicata con DGR 929/2019 avente ad oggetto “Servizio Idrico Integrato. L.R. n. 5 del 27/01/2015 art. 37 “misure per il contenimento del costo dell’acqua” DGR 80/2016 e DGR 400/2016. Annualità 2020. Operazione di factoring Acquedotto Lucano S.p.A” ha assegnato al gestore obiettivi di efficientamento gestionale relativi:
- ai costi del personale;
- ai costi dell’energia;
- alle attività di implementazione tecnologica dei contatori elettronici e relativo efficientamento di fatturazione;
- alle attività di contrasto all’evasione della fatturazione dell’acqua e relativo efficientamento;
- alle attività di contrasto alla dispersione della materia idrica e relativo efficientamento,
- alle attività di recupero crediti esigibili come tali qualificati nel bilancio 2019.
Il gestore nel corso del 2020, perseguendo gli obiettivi assegnati dalla Regione Basilicata e dall’Assemblea, ha conseguito importanti risultati che certamente incideranno nella prossima revisione tariffaria.
In particolare si evidenzia che:
- il costo del personale ha subito rispetto al 2019 una riduzione di oltre 3 milioni di euro.
- il costo dell’energia elettrica ha subito rispetto al 2019 una riduzione di circa 1.2 milioni di euro
- gli incassi hanno subito un incremento di circa 7 milioni di euro oltre a circa ulteriori 4 milioni di euro di compensazioni effettuate prevalentemente con le amministrazioni comunali
- sono state effettuate, altresì, azioni di efficientamento gestionale per la riduzione delle perdite sia fisiche che amministrative”.